La produzione totale di rifiuti urbani in Emilia-Romagna nel 2012 si attesta a 2.893.518 tonnellate: (contro le 3.002.771 del 2011): 109.253 tonnellate in meno, che riportano la Regione a valori di produzione simili a quelli registrati nel 2006. La produzione pro capite passa invece dai 673 kg/ab del 2011 a 647 kg/ab, con un calo rispetto al 2011 del 3,9%. Per quanto riguarda le province, quella di Piacenza si colloca al quarto posto, con una produzione pro capite di 630 kg/ab, 27 in meno rispetto al 2011 e un calo percentuale del 4,1%, mentre nel capoluogo la produzione pro capite è di 694 kg/ab. Entrando nel dettaglio, la provincia che fa registrare la minor produzione di rifiuti urbani è quella di Bologna con 544 kg/ab (545.863 tonnellate totali), seguita da Parma (548 kg/ab, 245.256 tonnellate totali), Modena (625 kg/ab, 441.838 tonnellate totali), Piacenza (630 kg/ab, 183.320 tonnellate totali), Ferrara (662 kg/ab, 237.058 tonnellate totali), Reggio Emilia (719 kg/ab, 385.507 tonnellate totali), Forlì-Cesena (742 kg/ab, 295.450 tonnellate totali), Ravenna (763 kg/ab, 301.811 tonnellate totali) e Rimini (768 kg/ab, 257.414 tonnellate totali). Il decremento più alto spetta alla provincia di Parma (-6,3% rispetto al 2011), seguita da Reggio Emilia (-5,2%), Piacenza e Rimini (-4,1%), Forlì-Cesena (-3,7%), Ferrara (-3,5%), Bologna (-3,3%), Modena e Ravenna (-2,9%).
«Il calo della produzione pro capite di rifiuti urbani – dice l’assessore regionale all’Ambiente e alla Riqualificazione urbana Sabrina Freda – è certamente legato a comportamenti più parsimoniosi dovuti alla crisi economica. Un’attenzione maggiore a non sprecare che generalmente resta radicata nelle abitudini anche nelle fasi di ripresa economica e si concilia con l’obiettivo di sostenibilità ambientale. Il Piano regionale di gestione dei rifiuti si inserisce in questo contesto, e rende opportuna una riflessione sulla concreta possibilità di fare dell’industria del recupero un fattore di ripresa economica, riducendo allo stesso tempo lo smaltimento e di conseguenza le discariche e gli inceneritori presenti in Regione, a cominciare da quelli più vecchi».
Al calo della produzione di rifiuti urbani in Regione si aggiunge anche la crescita della raccolta differenziata, che nel 2012 ha raggiunto su scala regionale il 53,9%, con un aumento dell’1% rispetto al 52,9% del 2011, confermando il trend in continua crescita dal 2001. Fra le province, Piacenza conquista anche in questa graduatoria la medaglia di legno, con una percentuale di raccolta differenziata del 56,7% (+1,3% rispetto al 2011). In testa alla classifica si colloca Parma col 60,8%, seguita da Reggio Emilia (60,5%), Rimini (58,7%), Piacenza (56,7%), Modena (56,6%), Ravenna (56,0%), Forlì-Cesena (50,0%), Ferrara (48,8%) e Bologna (43,9%). Rispetto al 2011, l’incremento maggiore si registra nella provincia di Modena (+1,9%), seguita da Bologna e Ferrara (+1,6%), Piacenza (+1,3%), Parma (+1,1%), Ravenna e Rimini (0,8%) e Forlì-Cesena. Chiude Reggio Emilia, unica fra le province ad aver calato la percentuale di raccolta differenziata (-0,1%).
Sempre secondo l’anticipazione Arpa, il 24% della raccolta differenziata in provincia di Piacenza avviene col metodo del “porta a porta” (dato identico al 2011), il 38% con la differenziata stradale (+1% rispetto al 2011), il 28% con quella presso i centri di raccolta (-2%) e il 9% con altri servizi (servizi su chiamata/prenotazione da parte dell’utente, assimilati avviati a recupero direttamente dal produttore, tramite contenitori specifici presso farmacie, centri commerciali, aziende, scuole, mercati, fiere, parrocchie, enti di volontariato etc, nessuna variazione rispetto al 2011). In particolare, nel capoluogo la percentuale di raccolta differenziata si attesta al 55,4%: il 18% avviene col “porta a porta” (+2% rispetto al 2011), il 31% con la raccolta differenziata stradale (+2%), il 39% con la differenziata presso i centri di raccolta (-3%) e l’11% con la differenziata con altri servizi di raccolta (-2%).