Pareri discordanti, oggi, dopo la relazione in Tribunale del medico legale Tiziana Folin incaricata dal giudice per l’udienza preliminare Gianandrea Bussi di valutare le ferite riportata dal detenuto 45enne genovese che due anni fa era stato pestato a sangue all’interno del carcere delle Novate.
Un pestaggio brutale che aveva costretto la vittima in ospedale per oltre un mese e successivamente era stato deciso il suo trasferimento per evitare ritorsioni. Un episodio gravissimo per il quale si trovano oggi a dover rispondere due detenuti delle Novate, un marocchino di 36 anni assistito dall’avvocato Wally Salvagnini e un sudamericano di 23 difeso dall’avvocato Piero Spalla. L’accusa attualmente è tentato omicidio.
Ed è con questa accusa che è stato rinviato iscritto nel registro degli indagati anche un agente della polizia penitenziaria in servizio sempre alle Novate difeso dagli avvocati Bendetto Ricciardi e Luigi Alibrandi. L’ipotesi avanzata dal pm Ornella Chicca è che abbia in qualche modo “permesso” il pestaggio, assistendo ma non intervenendo per interromperlo.
L’udienza di oggi – alla quale ha assistito anche la compagna del detenuto pestato insieme agli avvocati Paolo e Michele Cattadori che si sono costituiti parte civile – era dedicata alla relazione del medico legale nominato consulente tecnico d’ufficio; la questione è stabilire se le lesioni riportate dal 45enne (attualmente ai domiciliari presso l’abitazione della compagna) sono compatibili con la cosiddetta volontà omicidiaria e dunque con l’accusa di tentato omicidio.
L’intenzione degli avvocati difensori, senza entrare per il momento nel merito dell’episodio, è quella di ottenere quantomeno la derubricazione dell’imputazione da tentato omicidio a lesioni personali gravi. E oggi, al termine della relazione della dottoressa Folin, sembravano stranamente tutti soddisfatti. Naturalmente sarà ora il giudice a dover decidere se mantenere il capo d’imputazione così com’è o modificarlo in senso migliorativo per gli imputati.
Secondo l’avvocato Wally Salvagnini – che nega la partecipazione del suo assistito, il nordafricano, al pestaggio – il consulente del giudice non ha ritenuto compatibili le ferite al volto (che sarebbero quelle inferte dal suo assistito, secondo il pm) con l’intenzione di uccidere.
L’avvocato Piero Spalla si ritiene soddisfatto: il medico legale avrebbe di fatto escluso la volontà omicidiaria anche per il suo assistito sudamericano, sebbene accusato di aver preso per il collo la vittima del pestaggio.
Positiva anche l’impressione delle parti civili, gli avvocati Cattadori, perché invece hanno “letto” la relazione del medico legale in modo diverso: non avrebbe escluso del tutto la compatibilità delle ferite con il tentativo di omicidio. Ora si tratta davvero di attendere la decisione del gup e si conoscerà solo nella prossima udienza già fissata per il 23 luglio. Sentita a margine del processo, la compagna della parte offesa ha fatto sapere che oggi sta abbastanza bene ma che non se la sente di assistere alle udienze: “Non vuole ricordare quello che gli è accaduto, è ancora sconvolto”.