Dosi: “Borgoforte vivrà oltre il 2020”, contro 5 Stelle, Legambiente e Regione

Paolo Dosi contro tutti. O almeno, contro i tanti che si schierano con le linee del piano regionale sui rifiuti che prevedono la chiusura dell’impianto di Borgoforte (gestito da Tecnoborgo) entro il 2020. Oltre all’assessore regionale all’Ambiente, Sabrina Freda ora si dicono per la chiusura anche il Movimento 5 Stelle e Legambiente. 

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“L'orizzonte temporale dell'impianto di Tecnoborgo é ben più lungo rispetto al 2020” ha detto Dosi in una nota, visto che le consultazioni con le amministrazioni locali non è ancora avvenuto “in modo sufficiente”. Per il primo cittadino, Piacenza è in linea con “la strategia di raccolta e smaltimento dei rifiuti in Emilia Romagna”, che “ha avuto sempre un carattere sistemico e ha favorito nel tempo la nascita di termovalorizzatori di scala provinciale affinché si realizzasse un principio di autosufficienza territoriale. Si tratta di investimenti importanti fatti sul territorio con risorse pubbliche e private e, per esempio nel caso di Piacenza, investendo in certificazione ambientale e manutenzione che permettano di raggiungere standard qualitativi dell'impianto più alti delle norme di legge”.
 

L’idea del sindaco si scontra però con quella dell’assessore regionale all’Ambiente, che in un incontro nei giorni scorsi ha dettato obiettivi molto ambiziosi con la: riduzione della produzione di rifiuti urbani pro capite del 25%, il raggiungimento del 70% della raccolta differenziata e del 60% del recupero di materia entro il 2020, dimezzando parallelamente il numero delle discariche e chiudendo due termovalorizzatori: quello di Ravenna  e quello di Borgoforte (gestito da Tecnoborgo). 
Sostegno al piano regionale da parte di Legambiente (circolo Politi) che si è detta “soddisfatta” per la chiusura dell'inceneritore entro il 2020, “non solo per la sua ubicazione e il carico inquinante che inevitabilmente comporta” ma perché “fin dagli anni ‘90 esistevano già soluzioni alternative”.

Politicamente si schierano contro l’inceneritore anche gli attivisti 5 Stelle. Il consigliere comunale Andrea Gabbiani, in una nota, ha infatti elencato tecnicamente i motivi che dovrebbero portare alla chiusura dell’inceneritore e ha poi sottolineato: “Chiediamo quindi coraggio ai nostri amministratori, dal sindaco Dosi al presidente della provincia Trespidi. Ce lo dice anche il papa nell'omelia di domenica: abbiamo bisogno di persone rette che non hanno paura di andare controcorrente”.