Un gelso per amico

L’associazione culturale  “La Valtidone” organizza per domenica 23 giugno alle 19 una manifestazione multidisciplinare dedicata ai Gelsi ( i “Muron”  della parlata dialettale), intitolata “Un gelso per amico” che si terrà presso il Ristorante La Palta a Bilegno di Borgonovo. L’incontro prevede una esposizione delle fotografie di Massimo Bersani aventi per oggetto i gelsi della Val Tidone; una conversazione di Vittorio Melandri sui gelsi nella musica, nella poesia e nella  letteratura; e la lettura di una poesia di Roberto Gazzola che ha per tema i gelsi. Conduce la manifestazione Stefano Pareti.

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I gelsi sono stati celebrati da grandi scrittori italiani e al contempo sono stati ghiotte occasioni di spuntini estemporanei per generazioni di ragazzi e adulti. Con questi esempi li ricorda nella sua presentazione Vittorio Melandri:  “Quando non era “un venticello d’autunno, a staccare da’ rami le foglie appassite del gelso, e portarle a cadere, qualche passo distante dall’albero” (Alessandro Manzoni – Promessi Sposi – Capitolo 4), le foglie dei gelsi erano raccolte per nutrire quei bachi la cui coltura per anni costituì fonte di reddito non di rado destinato a pagare l’affitto dei terreni e delle case. “Fresche le mie parole ne la sera/ti sien come il fruscio che fan le foglie/del gelso nella man di chi le coglie/silenzioso e ancor s’attarda a l’opra lenta su l’alta scala che s’annera/contro il fusto che s’inargenta/con le sue rame spoglie …” (La sera fiesolana – Gabriele D’annunzio)”.

Il gelso bianco è una specie originaria dell’Asia centrale e orientale. E’ stato importato in Europa con il baco da seta che è ghiotto delle sue foglie. Fino alla metà del ‘900 ha avuto una enorme diffusione; poi con l’affermarsi delle fibre sintetiche, l’allevamento del baco da seta è andato scomparendo, e con esso anche il gelso bianco.

La creatività di Massimo Bersani può essere riassunta nella frase che pronunciò lo scrittore francese Ėmile Zola a proposito della fotografia: “Secondo me non si può dire di avere veramente visto una cosa finché non la si è fotografata”. Ammiriamo dunque i gelsi di Bersani: sarà un modo per poter ancora vedere delle amiche piante che stanno scomparendo.

E infine Isa Mazzocchi e Roberto Gazzola riconducono il gelso alla sua forma dialettale, applicandola  alla gastronomia e alla poesia, e chiudendo così il cerchio di una rivisitazione che si propone di non dimenticare ciò che la semplice parola “gelso” continua a suscitare in noi.

L’ingresso alla manifestazione è libero al pubblico.