Associazioni, siglato il nuovo codice: “Tutelare chi si occupa di sociale”

Un codice di autoregolamentazione delle associazioni di promozione sociale per disciplinarne le attività ricreative quali servizi di somministrazione di alimenti e bevande, turismo, sport, animazione culturale o musicale. Il documento è stato firmato oggi in Regione da Acli, Aics, Ancescao, Anspi, Arci, Auser, Csi, Endas e Uisp alla presenza degli assessori regionali alle Politiche sociali Teresa Marzocchi e al Turismo e commercio Maurizio Melucci, che lo hanno quindi presentato insieme ai rappresentanti delle associazioni interessate. La Regione Emilia-Romagna ha agevolato questo accordo promuovendone il mandato educativo.

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“Spesso – ha detto l’assessore Marzocchi – ci scordiamo di quanto sia importante l’apporto alla nostra vita sociale di una realtà che in regione coinvolge 1 milione e 300 tesserati, in oltre 3.300 associazioni con 8.500 presìdi. Uno spaccato molto importante che sta proponendo nuovi e importanti strumenti per portare a comportamenti diversi su problemi complessi che hanno bisogno di un impegno collettivo”.

Un impegno che è stato sottolineato anche dall’assessore Melucci, per cui “questo intelligente documento segna un ulteriore argomento nei confronti di chi contesti l’attività di carattere sociale che contraddistingue queste associazioni”

Obiettivo del codice è valorizzare le associazioni di promozione sociale, segnare la differenza con le altre attività commerciali (evitando episodi di concorrenza sleale) e scoraggiare l'adesione alle associazioni da parte di gruppi che intendano sfruttare, per fini personali e non rispondenti a interessi di utilità sociale, le leggi che regolano l’associazionismo di promozione sociale.

Il codice punta a contrastare episodi di abuso di sostanze (alcol e droghe), di ludopatia (gioco d’azzardo patologico) e anche l’attività di realtà commerciali che aggirano le norme sull’associazionismo per esempio gestendo in modo incontrollato i cosiddetti free bar. A questo proposito, il codice contiene precise disposizioni per cui i comitati territoriali che fanno riferimento alle associazioni regionali firmatarie s’impegnano a non concedere la propria affiliazione a chi sia già in possesso di licenza pubblica, impedendo così la trasformazione di un esercizio pubblico in associazione. Inoltre, prevede che non sia concessa l’affiliazione a quei gruppi cui sia già stata negata o ritirata per il mancato rispetto delle leggi e delle regole associative.

La Regione Emilia-Romagna, da parte sua, riconosce il percorso virtuoso delle prime associazioni firmatarie e s’impegna a valorizzare tutte quelle che si adegueranno al codice, attraverso il rilascio di un attestato di riconoscimento e sostenendo, in particolare, percorsi di formazione dei volontari che gestiscono le attività, nonché prevedendo forme di agevolazione, semplificazione e procedure incentivanti.