Mattia, bimbo celiaco che vive “bene” grazie allo staff della scuola di Caorso

Per una volta non è per prendersela con qualcuno o per denunciare nefandezze, ma è per dire grazie e per testimoniare che la professionalità e la sensibilità umana possono coesistere. Parliamo di una lettera che noi della redazione di Piacenza24 abbiamo ricevuto da Carla, una mamma di Caorso. E' mamma di un bimbo celiaco, Mattia, che riesce ogni giorno ad affrontare i disagi della sua condizione senza ansie e complessi di inferiorità; tutto ciò grazie all'amore, oltre che alla competenza, che le cuoche della mensa scolastica di Caorso ci mettono nel fare il loro lavoro. Un esempio per tutti. Di seguito, la lettera integrale.


Radio Sound

Buonasera Direttore,

con queste poche righe vorrei, in un periodo in cui sempre piu' spesso si sente parlare di maltrattamenti a bambini nelle scuole , ringraziare pubblicamente la cuoca Antonella e il suo staff della mensa di Caorso per ciò che fa per mio figlio Mattia. Mio figlio da sempre soffre di un intolleranza al glutine: è infatti celiaco con particolari disturbi quali vomito, diarrea eccetera se mangia cibi che non siano i suoi. La dieta senza glutine non è una decisione presa una volta per tutte, ma piuttosto una serie di scelte e rinunce da compiere ogni giorno e più volte al giorno .
 

E' senza dubbio un " impiccio" avere un bimbo celiaco al quale dover fare da mangiare, non si possono usare stessi utensili utilizzati per cibi con glutine, occorre prestare attenzione alla contaminazione ecc..

La cuoca ha capito una cosa fondamentale: occorre non far sentire il bambino diverso dagli altri.

Lei infatti mi informa sempre quando cucinerà pizza o altro, io glielo procuro e lui è felice di non essere il solo a non mangiare cibi diversi dagli altri..

Bene Direttore, potrà sembrare poca cosa, ma per me e soprattutto per Mattia, significa molto: significa combattere una patologia e il suo impatto psicologico.

Non poter mangiare come gli altri può far emergere nel bambino una sensazione di isolamento e inferiorità che nasce dall’impossibilità di condividere una delle esperienze più significative di socializzazione della vita quotidiana: i pasti.

Per i bambini celiaci guardare gli altri mangiare cose che non possono assaggiare, magari pubblicizzate anche in televisione, è un po’ come guardare una bellissima festa dalla finestra del giardino e non potervi partecipare.

Le cuoche della mensa di Caorso questo non l'hanno mai fatto e perciò voglio ringraziarle. Grazie perché fate il vostro lavoro con diligenza e soprattutto con molto amore, specie per i più "svantaggiati" e non li fate sentire diversi. 

Grazie ancora

Carla Sforza Visconti