Oltre 18mila file con materiale pedopornografico sul portatile, svariati hard disk, cd e dvd. Questo gli agenti della questura di Piacenza hanno trovato in casa di M.S. 40 anni, piacentino. L’uomo era già stato arrestato nel 2002 proprio per atti sessuali con un minore. Uscito dal carcere nel 2006 non è riuscito a resistere alla sua sconvolgente passione e ha ripreso a maneggiare materiale osceno con protagonisti bimbi non oltre i 13 anni. Fatale per lui la frequentazione di uno studio fotografico della città dove si recava spesso a far sviluppare fotografie con ritratti bimbi in costume da bagno di età intorno agli 8 anni. Il titolare dell’esercizio e una cliente che ben conoscevano l’uomo hanno deciso così di segnalare la cosa alla Polizia che ha ottenuto dalla procura di Bologna il mandato di perquisizione. Spalancata la porta dell’abitazione del 40enne, gli agenti si sono trovati di fronte ad una realtà sconvolgente: 18mila file tra foto e video in cui erano ritratti minori di 13 anni nudi e impegnati in atti sessuali. Tra loro bimbi ripresi sotto la doccia in una piscina pubblica della città. L’uomo è stato arrestato e ora si trova in carcere alle Novate. La situazione del 40enne è aggravata dal fatto che, scaricando il materiale dal noto sito web di file sharing Emule, automaticamente l’uomo condivideva i file. Da qui anche l’accusa di diffusione di materiale pedopornografico.
LE INDAGINI E L’INTERVENTO DELLA POLIZIA
Gli agenti della Questura, ricevuta la segnalazione dal titolare dello studio fotografico e dalla cliente, hanno teso una trappola all’uomo: fissando un finto appuntamento si sono fatti trovare sotto casa sua. Quando il 40enne ha capito trattarsi di poliziotti è corso in casa e immediatamente ha staccato la spina del pc portatile appoggiato sulla scrivania. Un tentativo risibile di nascondere prove schiaccianti: il computer infatti è rimasto acceso grazie all'alimentazione autonoma e gli agenti sono riusciti ad accedere senza problemi alla pagina che l’uomo aveva tentato di nascondere. Era una schermata di Emule, sito di file sharing da cui il piacentino stava scaricando filmati. E poi comunque nascondere la schermata in questione non sarebbe servito a nulla: esagerata era la collezione di materiale, suddivisa su decine di supporti diversi come hard disk esterni, chiavette usb, cd, dvd, fotografie cartacee. Il materiale contenuto andava da bambini semplicemente ritratti in costume da bagno o nudi, fino agli atti sessuali veri e propri. La maggior parte delle piccole vittime sembra provenire dall’est Europa, dove sarebbero stati girati anche i video. Ma come si diceva, molti bimbi sono stati ripresi anche sotto le docce di una piscina di Piacenza e proprio su questo versante le indagini proseguono: si cerca di capire dove siano stati girati i film, da chi e chi siano i piccoli protagonisti. Un lavoro difficilissimo che sta impegnando non poco gli agenti della questura: solo per visionare tutto il materiale, la prima volta, i funzionari della squadra mobile, insieme agli agenti della polizia postale, sono rimasti al lavoro ininterrottamente dalla mattina a notte fonda.
LE RACCOMANDAZIONI DELLA QUESTURA AI CITTADINI
L’uomo si era collegato ad una rete wi-fi non sua e non protetta, di proprietà della vicina di casa. Un dettaglio che inizialmente ha spiazzato gli investigatori: il fatto però che l’uomo fosse già conosciuto per reati specifici e che le reti wireless dispongano di un raggio di poche decine di metri ha ristretto presto il cerchio. Dalla questura però colgono comunque l’occasione per invitare tutti i cittadini a proteggere le proprie reti wi-fi con password sicure per evitare che malintenzionati possano commettere reati utilizzando linee non di loro proprietà.
C’è un altro aspetto che dalla questura tengono a sottolineare: molti cittadini utilizzano canali come Emule o Torrent per scaricare musica o film legali. Spesso capita però che dietro titoli di pellicole famose o nomi di band internazionali si nasconda appunto materiale pedopornografico. In questo caso il malcapitato utente di turno non deve preoccuparsi di essere individuato e di finire nei guai: ci sono delle parole chiave ben precise che i pedofili utilizzano per cercare film e fotografie e che dimostrano senza dubbi la volontà lucida e consapevole di scaricare materiale osceno. Anche in questo caso tutti i file scaricati da M.S. erano contrassegnati da questi tag, che consolidano la colpevolezza dell’arrestato.