Antonio Corvetta lascia il Copra Elior e lo fa in grande stile con una lettera aperta dove dichiara il suo amore per Piacenza e la soddisfazione per aver indossato la maglia biancorossa. Questo il testo:
Ciao Piacenza, ancora una volta la mia indole vagabonda e i vari ragionamenti sportivi hanno preso il sopravvento e mi hanno suggerito di intraprendere una nuova avventura: il richiamo del campo per me è sempre stato fortissimo…!
Il cammino pallavolistico percorso insieme è durato solo un anno, mea culpa, ma i rapporti umani e le amicizie nate in questi 12 mesi sono di quelli che mi accompagneranno per sempre: credetemi, non esagero nel dire che sono stato a Piacenza meglio che a casa mia e per questo sento di voler fare un saluto personale e molto sentito a tutti voi.
Ma soprattutto voglio dire GRAZIE a tutte le persone che hanno contribuito in maniera determinante a legarmi in maniera così profonda al territorio e alla gente di Piacenza: ai vicini di casa di Quarto e ai mitici amici del BAR BONE perché è grazie a loro se la qualità della vita fuori dalla palestra è stata eccezionale, il loro affetto sincero e disinteressato è stato quanto di meglio potessi immaginare per sentirmi a mio agio con persone che sono state come una seconda famiglia a partire, praticamente, dal primo caffè del 13 Agosto;
alle splendide donne e ai dirigenti degli uffici COPRA che con la loro passione e competenza accompagno parallelamente la vita dei giocatori e delle loro famiglie, c'è tanto lavoro e impegno dietro una stagione lunga come quella appena passata, e mai come a Piacenza ho riscontrato quanto interesse ci sia a voler rendere piacevole e agiata la vita di chi arriva da posti lontani, spesso dall'altra parte del mondo.
ai tifosi con i quali si è stretto un rapporto speciale di stima sincera e reciproca, a testimonianza di come anche loro sappiano guardare al di la del solo aspetto sportivo, se pur importante, e legarsi profondamente anche a chi come me non è stato un protagonista diretto delle tante vittorie perché per loro è fondamentale il rapporto umano. Porterò nel cuore due immagini: gli abbracci e le consolazioni che loro davano a noi giocatori alla fine di gara 5 e il saluto personale che mi hanno tributato alla fine della loro festa al Bovo Day.
alla squadra più forte nella quale abbia mai giocato: mi hanno conosciuto come un gran lavoratore, un uomo da allenamento…ed è vero, lo sono, ma io mi sono divertito come un matto ad allenarmi a questo livello…era una partita di A1 tutti i santi giorni!
alla società che mi ha offerto questa opportunità sportiva e di vita capitanata da un Presidente sopra le righe: non ne avevo mai conosciuti di così vicini ai giocatori, disposto al dialogo e al confronto diretto pur di migliorare le situazioni, un vero tifoso della sua squadra che mi ha trasmesso la passione per la sua città: gli abbracci sudati alla fine delle partite dei Play-Off, con lo sguardo sfinito dalla tensione, sono la testimonianza di chi vive come Guido quei momenti con un trasporto e un attaccamento veramente rari.
A lui va anche il ringraziamento per avermi concesso di firmare il contratto per la squadra di Città di Castello.
Quando ripenserò alla stagione nella COPRA, in futuro, mi sembrerà di aver passato una vita a Piacenza….in realtà è stato solo un anno, ma come abbiamo letto in un bellissimo messaggio al Bovo Day…