Filtri d’amore e truffe in tutta Italia, arrestati i due “soci” di maga Gemma

AGGIORNAMENTO – I sedicenti maghi chiedevano ai clienti di distruggere le ricevute di pagamento affinché gli incantesimi per annullare i malefici avessero effettivamente buon esito. L’organizzazione, infatti, aveva attivato in tre località diverse (Fidenza, San Donato Milanese, Cremona) caselle postali dove i malfattori si facevano spedire buste imbottite di contanti e raccomandate con all'interno cospicue somme di denaro che successivamente ritiravano. Gli investigatori sono riusciti ad individuare buona parte del flusso delle raccomandate ritirate dai “maghi” presso le caselle postali e quindi individuare un numero impressionante di persone cadute nella rete. La maggior parte delle stesse hanno denunciato di essere state raggirate in tale modo indicando perfino il numero delle utenze contattate. Ebbene le vittime, subito dopo la spedizione, dovevano necessariamente distruggere la ricevuta, altrimenti i malefici non sarebbero stati annullati. Sono i dettagli emersi nel corso della conferenza stampa tenutasi nel primo pomeriggio dai carabinieri di Frosinone.

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Emerge anche la presenza di un quarto componente della banda, A.S., 45enne gia' gravato da altro provvedimento emesso in epoca antecedente per altri analoghi fatti. Quest’ultimo però sarebbe ancora ricercato. I Carabinieri del Norm confermano che il sodalizio criminale aveva base logistica a Piacenza, nonostante fosse operante in tutto il territorio nazionale. 

 


 

Le indagini sono partite dal Tribunale di Frosinone che ha emesso custodie cautelari nei confronti di un foggiano di 40 anni, della compagna di 47 e di un'altra complice di 51. Tutti sono residenti a Piacenza e a Piacenza sono stati arrestati. Per loro l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata. A fingersi maghe erano le due donne, mentre l’uomo risulta essere semplicemente la mente di questo gruppo. I tre accalappiavano persone credenti nella magìa che a loro si rivolgevano per avere aiuto soprattutto in amore. Una volta iniziato il percorso "di guarigione" i tre spaventavano il cliente di turno parlando di malattie e altre tragedie in vista: in questo modo riuscivano a convincere i malcapitati a pagare migliaia di euro. Facendo pubblicita' sulle riviste specializzate ricevevano richieste di appuntamenti da tutta Italia. L’indagine è partita da Frosinone perché lì risiede la vittima che piu' di tutte ci ha rimesso: 200mila euro. Gli altri clienti arrivavano a cedere invece intorno ai 4-5mila euro. In tutto per ora si parla di un centinaio di vittime. La compagna dell’uomo era già nota alle forze dell’ordine: già nel 2012 era stata arrestata per alcune truffe compiute con lo pseudonimo di maga Gemma. E proprio questi ultimi due arresti ai danni del marito e della complice altro non sono che la coda delle indagini iniziate appunto nel 2012.

Secondo i militari del Comando provinciale di Frosinone la donna avrebbe truffato all’inizio del 2012 un uomo della Ciociaria facendosi consegnare in piu' riprese oltre centomila euro per la sua attivita' di maga. L'ordinanza di custodia cautelare per la 'maga Gemma' era stata chiesta dal pm di Frosinone Vittorio Misiti e il Gip Annalisa Marzano aveva firmato il provvedimento per truffa aggravata continuata. L'arresto era stato eseguito a Piacenza, nel cui carcere la maga venne rinchiusa. Vennero sequestrate anche due cassette di sicurezza a disposizione dell'arrestata e di un altro indagato contenenti oltre 200 mila euro in contanti, orologi e copiosa documentazione utile allo sviluppo delle indagini, nonche' un conto corrente con la giacenza di un'importante somma, il tutto riconducibile, secondo gli investigatori, all'attivita' criminosa. Le indagini erano scattate all'inizio del 2012 quando una disperata madre di Frosinone si era rivolta ai carabinieri chiedendo aiuto poiche' la figlia, di 36 anni, era vittima di 'maghi', i quali, nel giro di poco tempo, avevano ridotto la famiglia sul lastrico. L'anziana madre aveva rivelato che sua figlia, per tali rapporti, aveva fino a quel momento elargito ai 'maghi' una somma intorno ai duecentomila euro, minacciando anche di vendere parte della sua eredita' spettante a terzi e costringendo un familiare ad acquistare il suo terzo di beni immobili per la somma di circa novantamila euro.