“Piacenza mai così bella con il centro chiuso alle auto”

 

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Il primo consiglio comunale post adunata si è caratterizzato per le tante valutazioni emerse dai consiglieri in merito all'organizzazione dell'adunata. Un investimento consistente per Piacenza, ha ricordato Tommaso Foti, che ha reso possibile un programma di iniziative e accoglienza di cui ha beneficiato tutta la città, sia in termini economici che di immagine. Una festa che ha convinto tutti, anche per lo spirito di convivialità e il senso di comunità mostrato dai piacentini in questi giorni. L'invito a riflettere sull'ipotesi di una pedonalizzazione del centro storico, arrivato dai consiglieri Colla e Pallavicini e raccolto dal sindaco Dosi.

Per Carlo Pallavicini, il primo ad essere intervenuto, la tre giorni ha lasciato tutti soddisfatti, compresi i commercianti che hanno potuto prendere una boccata d'aria. "Non mi dilungo nella valutazione di eventi nazional popolari, non avendo particolari simpatie per le divise militari. Mantengo le mie posizioni per quanto riguarda l'esercito, ma devo ammettere che la festa è davvero ben riuscita. Ho girato il centro in questi giorni e poche volte mi è capitato di vedere un clima rilassato e di sicurezza nelle strade. Pensando alle polemiche che hanno caratterizzato alcune zone della città, perchè non provare a riflettere su nuove zone pedonali in città che rendano la città davvero vissuta e più sicura? Penso che un discorso partecipativo con residenti ed esercenti potrebbe portare a qualcosa di buono. La città dormitorio non piace a nessuno".

A fargli eco Roberto Colla: "Un ringraziamento a chi ha seguito l'avvenimento, a partire dal comitato organizzatore. Un centro storico chiuso al traffico ha dato l'occasione alla popolazione di ritrovarsi unita in piazza. Vorrei che questi giorni indimenticabili venissero ricordati in modo tangibile e permanente. È compito dell'amministrazione far sì che le opere migliorie, tra cui la pista ciclabile di viale Patrioti, resa più agibile dalla protezione civile Ana, venga conservata.

Diverso il parere di Marco Tassi, che ha puntato il dito sugli episodi di criminalità avvenuti ancora una volta in Via Roma. "Non è vero che il quartiere sia stigmatizzato". Apprezzamenti invece per come la polizia municipale ha reagito nei confronti delle violazioni: "Non ho capito le critiche al sequestro dell'Ape Car non assicurato in via Cavour. La polemica fatta in merito alla volontà di restituire il mezzo non mi ha convinto. La polizia municipale ha fatto bene a sequestrare il mezzo".

Cambiando argomento, è poi intervenuto sulla questione delle diarie: "Il M5S ha dato libertà ai propri deputati di decidere cosa fare della diaria. Il proclama iniziale non è stato rispettato. Ringrazio invece chi ha rinunciato al gettone di presenza nel consiglio comunale ridotto dello scorso venerdi".

Ringraziamenti ai cittadini, alla protezione civile, alle associazioni che hanno contribuito alla realizzazione dell'evento e alle penne nere sono arrivati da Filiberto Putzu, Andrea Gabbiani e Giovanni Botti. Il primo ha espresso nostalgia per la fine dei festeggiamenti che deve però rappresentare una grande occasione per ripartire in direzione della valorizzazione del territorio. Anche in altri campi, a partire dalla nomina del consigliere di Iren, che dovrà essere figura di spiccata professionalità. Il secondo ha invece perplesso qualche perplessità sulla carenza dei servizi igienici disponibili nei campi e nel centro città e ha portato l'attenzione sulle aree militari, il cui riutilizzo avrebbe consentito di gestire meglio l'afflusso dei tanti ospiti. In riferimento alla destinazione d'uso delle aree militari, è intervenuto anche Samuele Raggi: "Rispetto all'invito del ministro della difesa Mario Mauro di andare a Roma per parlare della possibile destinazione delle aree militari di Piacenza, credo che si tratti di una partita importante di cui dobbiamo assolutamente approfittare".

Ha preferito invece concentrarsi sul valore e sul messaggio della tre giorni appena conclusa, Giovanni Castagnetti: "Piacenza ha retto bene l'arrivo di una grande folla. "Occorre fare in modo che il senso di comunità vissuto in questi giorni possa essere il motore di un potere di attrazione della città per gli abitanti delle zone limitrofe. Nella norma le lamentele da parte dei cittadini, che non devono destare troppo scalpore. É passato però un messaggio fuorviante: la festa è stata vissuta non come festa popolare, ma come festa militare. Le due cose possono stare assieme solo se il messaggio è corretto, soprattutto per i bambini che non devono confondere le armi con un gioco. C'è stata una dose di “giusta anarchia”, seppur regolamentarizzata. Un passo in avanti per riuscire a uscire dal recinto di certi regolamenti che a volte bloccano la minima capacità di promuovere per i titolari, i propri esercizi commerciali".

Di altro avviso in merito al messaggio dell'adunata, Massimo Polledri: "Non avevo mai vissuto un raduno e devo ammettere che si è trattato di un'esperienza molto positiva a cui la città ha risposto molto bene. Un'occasione anche per riscoprire i rapporti umani e le virtù maschili, legati al fare e al rispetto delle regole".

In controtendenza Daniel Negri, che ha lasciato la valutazione sull'adunata in secondo piano, preferendo concentrarsi sulle problematiche relative a Seta. "L'azienda ha portato recentemente alla nascita di un protocollo di intesa con i sindacati, che va a confermare l'esistenza di qualche problema con i dipendenti. Chiedo dai vertici di Seta maggior rispetto per gli amministratori comunali. Seta si è recentemente rivolta a una società esterna per le attività di verifica e al momento coesistono controllori dipendenti di Seta con altri esternalizzati. Chiedo che si faccia chiarezza sulla durata temporale di questa iniziativa: si tratta di una manovra temporanea o permanente? Non sarebbe stato meglio utilizzare personale interno? La società deve ascoltare di più le esigenze provenienti dai territori soci". Per quanto riguarda gli alpini, il consigliere invece ha espresso apprezzamenti per l'idea di Andrea Paparo di andare nella direzioni di maggiori iniziative per la città, con cadenze ben precise, "per far conoscere le nostre specificità e far girare l'economia locale".

Per Tommaso Foti, l'adunata è stata un ottimo banco di prova in vista di Expo 2015. "Ringrazio istituzioni e provati che mettendo soldi, hanno permesso la realizzazione di quest'iniziativa, costata circa 2 milioni di euro di investimento iniziale. Penso che sia stato un volano estremamente positivo per Expo 2015, che può diventare vetrina importantissima per la città".

Preoccupata per l'avvicinarsi di Piacenza Expo anche Giulia Piroli: Per cogliere l'occasione che si presenta dovrebbe essere costruito un percorso di avvicinamento all'evento – come recentemente stipulato da Reggio Emilia, che renda protagoniste le forze produttive della nostra città".

Emblema della volontà di valorizzazione del centro storico, l'ex candidato sindaco Andrea Paparo ha ribadito: "La città ha sbalordito in tanti. 400Mila ospiti sono un evento irripetibile, ma riuscire a organizzare iniziative cha catalizzino anche 20mila persone una volta a settimana, sarebbe molto importante. Piacenza, dal punto di vista logistico, può certamente approfittare dell'Expo 2015. Ma invece di guardare ai centri storici di Parma e Cremona cercando di imitarli, proviamo a fare con loro sistema, magari attraverso la creazione di un passaporto per i turisti".