Film: Il vergine” di Jerzy Skolimowski

Ultimo appuntamento mercoledì 15 maggio 2013 al Teatro Comunale Filodrammatici di Piacenza della rassegna “Cinema di Jazz”, ciclo di proiezioni nell’ambito del “Piacenza Jazz Fest 2013” curato dall’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita e dal Piacenza Jazz Fest con la consulenza di Stefano Zenni, presidente di SidMA – Società Italiana di Musicologia Afroamericana.

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Alle ore 21.15 sarà proiettato il film “Il vergine” di Jerzy Skolimowski, titolo originale “Le départ” (Belgio 1967, 93’). L’ingresso è gratuito.

Primo film occidentale del talentuoso regista polacco, Orso d’oro al Festival di Berlino. Interprete principale è Jean-Pierre Léaud, attore feticcio della “Nouvelle Vague”, affiancato da Catherine-Isabelle Duport, Jacqueline Bir, Paul Roland e Léon Dony. La colonna sonora è firmata dal leggendario pianista e compositore polacco Krzysztof Komeda, la cui musica rimane un fenomeno unico nel panorama del jazz mondiale e la cui notorietà internazionale è in gran parte dovuta alle collaborazioni con i più importanti registi della Scuola Cinematografica Polacca, tra i quali Roman Polański.

Il film si colloca a buon diritto in quel movimento intellettuale denominato “Nouvelle Vague” (che ha in Truffaut e Godard i suoi massimi esponenti), nato in Francia alla fine degli anni ‘50 con lo scopo di mettere in discussione le regole dell’industria cinematografica hollywoodiana, a favore della cosiddetta “politica degli autori”, che valorizza la centralità del ruolo del regista. La trama del film, dunque, è solo un “pretesto” che permette a Skolimowski di analizzare i sentimenti e le idee del suo protagonista (interpretato da Jean-Pierre Léaud), nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta.

Un garzone di parrucchiere (Léaud) appassionato di auto da corsa riesce a procurarsi una Prsche per partecipare a una competizione vendendo i capelli che gli offre una ragazza (Duport) innamorata di lui: si sveglierà troppo tardi per partecipare alla gara, ma forse avrà scoperto che nella vita c’è qualcos’altro. Il tema del difficile passaggio all’età adulta viene raccontato con stile spesso irresistibile, caleidoscopico e divagante.