Adunata: a Trieste e Cremona gli Alpini conquistarono anche gli scettici

Stanno arrivando gli Alpini, la città si sta popolando di simpatici individui vestiti con pantaloncino corto blu di velluto , camicione verde militare e l’immancabile cappello dalla penna nera, compagno di una vita e ricco di storia.                                                                                                                                                                              Da Venerdì 9 maggio infatti, Piacenza ospiterà l’86° edizione dell’Adunata Nazionale degli Alpini e per l’occasione sono previste tra le 300 e 400 000 persone. La città è in fermento e cresce la voglia di fare festa con i tanti simpatizzanti che stanno arrivando da tutta Italia, ma ci sono anche i timori per la proporzione di questo grande evento. Questa mattina nel programma “Sound City” condotto da Massimo Casale è stato ospite Il dottor Maurizio Bucci, all’epoca assessore del turismo al comune di Trieste. Nel  2004, Trieste, Capoluogo del Friuli-Venezia –Giulia, che conta 201.195 abitanti (circa il doppio dei 103.487 di Piacenza)., ha vissuto in prima persona l’adunata. ”Tutti i Piacentini si preparino a vivere un evento eccezionale – spiega l’esponente triestino del Pdl – perché la presenza degli Alpini in città  da colore e vivacità e soprattutto  tanti soldini alle città dove si radunano. Ci potranno essere anche dei disagi, ma saranno ampiamente cancellati da questa manifestazione  straordinaria. Gli alpini hanno un profondo rispetto delle città dove vengono ospitati e portano un business incredibile. Ricordo che Trieste nel 2004 non era in grado di poter ospitare negli alberghi tutti i presenti  quindi c’erano gli accampamenti  organizzati, ma anche diversi piccoli accampamenti spontanei organizzati addirittura nelle aiuole dei vari giardini. Trieste che è una città un po’ asburgica,con gli abitanti  molto attenti al rispetto delle leggi, nel  vedere le tende nelle aiuole sono rimasti all’inizio un po’ perplessi, ma conoscendo poi queste persone si sono innamorati di questo evento”.

Radio Sound

Quindi anche i più diffidenti si sono ricreduti?

"Si’, pure chi storceva il naso si è ricreduto e si è lasciato conquistare dall’allegria degli alpini. E’ vero nei tre giorni arrivano tante persone e un po’ di disagio esiste, però è gente  simpatica, rispettosa che fa sorridere e da calore portando tanta umanità… quindi un opportunità assolutamente da vivere con il cuore aperto.”

Questa mattina la redazione di Radio Sound/Piacenza 24 ha contattato anche Luigi Baldani, vice-sindaco di Cremona nel 1999, l'anno in cui la città lombarda ospitò l’adunata nazionale degli alpini.

“Per me è sempre un piacere parlare di questa manifestazione: è uno dei più bei ricordi che ho maturato nel corso della mia esperienza. Fu un momento positivo sotto vari punti di vista, come quello economico. Ci sono state ricadute veramente importanti nell’ambito del commercio, soprattutto nel centro cittadino, dov’erano concentrati molti gruppi, dove s’erano accampati. La parte del leone l’hanno fatta i pubblici esercizi, i negozi di alimentari, i piccoli supermercati.”

All’epoca quali furono le principali problematiche affrontate dall’amministrazione cremonese?

“Abbiamo preparato l’accoglienza agli alpini nel giro di due anni: una città di 70.000 abitanti che viene invasa da 300.000 penne nere crea inevitabilmente problemi di organizzazione. Però, affrontandoli per tempo e costituendo gruppi di coordinamento direttamente con gli alpini, non abbiamo avuto problemi sostanziali o di ordine pubblico. E’ chiaro, l’imprevisto non è mai anticipabile! In ogni caso, non ci sono stati gravi  problemi legati al traffico, e nel campo sanitario, le persone con problemi di salute che non potevano recarsi direttamente al pronto soccorso sono state indirizzate nei pronti soccorsi allestiti nelle scuole del centro città. Ricordo che c’erano alcune donne incinte, al seguito dei loro mariti alpini: anche loro sono state ricoverate nei centri medici avanzati, dove sono state assistite dal pronto soccorso dell’ospedale che era stato dislocato nelle aree più frequentate.“

Cosa consiglia ai piacentini preoccupati del caos e che magari stanno accarezzando l’idea di allontanarsi dalla città durante l’adunata?

“Anche a Cremona uscivano situazioni di allarmismo nei giorni precedenti l’adunata: allarmismo che s’è sgonfiato in tutta fretta, perché di fatto l’adunata degli alpini è una grandissima festa che coinvolge in maniera allegra e simpatica tutti i cittadini. E saranno proprio loro a ricordarsi nel tempo di questa festa: ci sono molti cremonesi che, a distanza di 14 anni, si augurano il ritorno dell’adunata! Ovviamente non succederà tanto presto: forse tra cent’anni… La festa porta una grande sensazione di soddisfazione: una delle tante capacità degli alpini è proprio quella di coinvolgere i cittadini e restituir loro la festa. E poi bisogna considerare che se gli alpini si troveranno bene, torneranno in visita, magari per incontrare nuovamente le conoscenze strette in quel frangente.”

Al termine dell’adunata come si presentava Cremona?

“La città era assolutamente pulita: avevamo predisposto un piano di pulizia straordinario entrato in funzione subito dopo l’evento, chiedendo spazzatrici e macchine per la raccolta dei rifiuti alle altre città lombarde vicine. Ma gli stessi alpini hanno lasciato nel migliore dei modi gli spazi occupati nel corso della settimana. Di fatto, nelle prime ore di lunedì la città si presentava nel migliore dei modi, quindi i piacentini non devono preoccuparsi. Nel caso di Cremona, in attesa dell’adunata furono addirittura recuperati e migliorati alcuni spazi verdi della città, che ha assolutamente tratto beneficio da tutto ciò. Posso assicurare che la presenza degli alpini migliora la qualità della città.”

Vuole indirizzare un saluto all’amministrazione piacentina?

“Faccio gli auguri al mio amico Paolo Dosi, affinché l’adunata di Piacenza sia ancor migliore, dal punto di vista organizzativo, di quella di Cremona.”