La decima edizione della manifestazione “Piacenza Jazz Fest”, che si fregia del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed è organizzata dall’Associazione culturale “Piacenza Jazz Club”, con il sostegno determinante della Fondazione di Piacenza e Vigevano, con il supporto della Regione Emilia-Romagna, del Comune e della Provincia di Piacenza e con il contributo di alcune importanti realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio, prosegue domenica 5 maggio 2013 con il concerto del trio Caine – Ambrosetti – Di Castri “From Bach to Miles and Trane”, in programma alle ore 21.15 presso l’Auditorium del Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza (Via S. Franca 35; biglietteria serale dalle ore 20.00; biglietto intero euro 17 – biglietto ridotto euro 14; concerto in abbonamento; riduzione: under 20, over 65, Soci PcJC, allievi del Conservatorio “Nicolini”, Soci “Touring Club”). Sul palco un trio di straordinario spessore artistico: Franco Ambrosetti alla tromba e flicorno, Uri Caine al pianoforte e Furio Di Castri al contrabbasso. Il concerto apre la tournée dell’ensemble, che presenta un progetto che accosta Bach, Miles Davis e John Coltrane.
Alle ore 18.00, sempre presso l’Auditorium del Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza, ingresso libero per il sound check e prove aperte del trio Caine – Ambrosetti – Di Castri, in collaborazione con il Conservatorio stesso. I musicisti avranno un incontro anche colloquiale con il pubblico: un’occasione unica per conoscere da vicini i tre grandi artisti.
Con la tromba e la solida esperienza di Franco Ambrosetti, il pianismo portentoso di uno tra i più grandi pianisti al mondo come Uri Caine e la precisione stilistica e il supporto davvero creativo e stimolante del grande Furio Di Castri al contrabbasso, partendo dalle “Variazioni Goldberg”, il trio eseguirà alcune composizioni di Bach, Miles Davis, John Coltrane e altri, in un programma vario e sfizioso, tendente a dimostrare l’assoluta attualità della musica barocca per quanto attiene alle sequenze armoniche.
Johann Sebastian Bach è generalmente considerato come l’iniziatore della musica moderna, che dal barocco porta fino a oggi e la cui statura gigantesca è condivisa universalmente. La scala temperata che usiamo oggi è una sua innovazione, così come molte altre che riguardano il mondo armonico e melodico tuttora in uso. I musicisti dell’epoca barocca usavano l’improvvisazione in modo molto simile a quello riproposto dalla musica jazz all’inizio del Novecento. Nella musica colta dell’Ottocento, ciò che rimaneva della pratica improvvisativa è stato bandito. Da allora l’improvvisazione nella musica classica è scomparsa, con l’unica eccezione degli organisti, tuttora in grado di improvvisare toccate e fughe con stile perfettamente barocco. L’improvvisazione su un giro armonico, solitamente partendo da una melodia, è quindi comune ai musicisti del Settecento e ai jazzisti, legittimando l’accostamento tra la musica di Bach (o altri compositori come Vivaldi, Marcello, ecc…) e il Jazz. Inoltre, in tanti brani di oggi si ritrovano sequenze armoniche tipicamente barocche come ad esempio Autumn Leaves, All The Things You Are, How High the Moon e molti altri.
Il progetto “From Bach to Miles and Trane” non ha nulla a che vedere con la musica di Jacques Loussier. Non si tratta, infatti, di eseguire pedissequamente brani di Bach con l’accompagnamento di una sezione ritmica jazz, ma di improvvisare in stile jazzistico attuale, tenendo conto di tutte le tendenze post Bop fino ai giorni nostri. Scopriremo come Bach, Miles e Coltrane sono infinitamente più vicini di quanto i secoli li separino. Il risultato è musica di ampio respiro, eseguita con ardore, sentimento, energia e passione.
Il pianismo di Uri Caine è sorprendente, allegro, curioso, eclettico, coraggioso: è l’essenza del Jazz di oggi, una miscela di musica ebraica, classica ed elettronica, supportate da un’inventiva che rende questo ibrido musicale stimolante e innovativo. “Fenomeno”, “eclettico”, “provocatore”, “innovatore”, sono solo alcuni degli aggettivi con cui spesso si parla di Uri Caine, che ha realizzato progetti sulle “Variazioni Goldberg” di Bach, le sinfonie mahleriane, i “Lieder” di Schumann, il jazz-rock, l’“Otello” di Verdi e la musica brasiliana, riuscendo a scandalizzare ma, più frequentemente, a interessare un pubblico eterogeneo. Una cosa è certa: Caine, per la quarta volta ospite del “Piacenza Jazz Fest”, è un musicista a 360°, il cui linguaggio, personalissimo e originale, valica i confini dei generi e del tempo. Tutto ciò fa di questo musicista qualcosa di unico, di importante e di raro.
Franco Ambrosetti esprime, attraverso la sua musica, un’energia e una freschezza assolutamente incredibili. Di lui Miles Davis ha detto che «è l’unico uomo bianco ad avere un suono nero», confermando la fama che lo vuole tra i musicisti più importanti e prolifici della scena jazzistica europea. Ambrosetti, di origini svizzere, figlio d’arte (il padre Flavio è stato un importante saxofonista europeo), trombettista professionista fin dal 1961 e artista “Enja” fin dal 1980, dopo dieci anni di pianoforte è passato alla tromba e al flicorno. La sua sonorità rotonda ricorda alcune caratteristiche di Clifford Brown ed è unita a un’eccezionale articolazione e a una grande fantasia d’improvvisatore. Nel corso della sua prolifica carriera, questo straordinario trombettista ha pubblicato una lunga serie di album a suo nome. Con Uri Caine si è esibito all’edizione 2009 del “Piacenza Jazz Fest”.
Furio Di Castri è uno dei contrabbassisti più richiesti del Jazz italiano a livello internazionale, un leader di rilievo, un sideman dalla tecnica straordinaria. Fino al 1986 ha collaborato principalmente con il gruppo “Lingomania”, con il tenor-saxofonista Maurizio Giammarco e il batterista Roberto Gatto. Dal 1981 in poi è membro del quartetto di Enrico Rava con il quale ha girato l’Europa per sette anni, registrando quattro album e collezionando diverse apparizioni in radio e tv. Nello stesso periodo ha lavorato in produzioni originali al fianco di Steve Lacy, Dino Saluzzi, Dave Liebman, Ray Anderson, Albert Mangelsdorff. Ha al suo attivo numerose altre collaborazioni con nomi di spicco della scena internazionale e nazionale, quali Richard Galliano, Michel Petrucciani, Joe Lovano, Lee Konitz, Joe Henderson, John Taylor, Paul Bley, Chet Baker, Antonello Salis, Paolo Fresu, Enrico Pieranunzi, Rita Marcotulli, Paolo Fresu, Flavio Boltro, Maurizio Giammarco, Massimo Urbani, Aldo Romano, solo per citarne alcuni. E’ stato ospite del “Piacenza Jazz Fest” lo scorso anno con “Memorie di Adriano”, rivisitazione dell’universo musicale di Adriano Celentano, che segue il progetto dedicato al repertorio di Domenico Modugno (“Uomini In Frac”) e prima ancora quello dedicato a Frank Zappa (“Zapping”).
Il “Piacenza Jazz Fest” prosegue mercoledì 8 maggio con il secondo appuntamento della rassegna “Cinema di Jazz”, organizzata in collaborazione con l’Associazione “Amici del Teatro Gioco Vita”, che propone il film di Arthur Lubin “New Orleans” – La città del Jazz”, in programma al Teatro Comunale dei Filodrammatici di Piacenza alle ore 21.15.