Confesercenti Piacenza sul piede di guerra nei confronti dell’azienda di trasporto pubblico Seta. Nel 2005 Tempi strinse un accordo con le categorie di tabaccai, baristi ed edicolanti per una vendita capillare dei biglietti dell’autobus in città e provincia. Circa 250 gli esercizi abilitati alla vendita dei tagliandi di viaggio sul territorio piacentino. “Ora però Seta ha eliminato il 40% dei punti vendita, portando le attività abilitate a circa 150” chiosa Carlo Monti di Assotabaccai. “Quel che è peggio è che Seta non ha avvisato né noi né Comune e Provincia, che partecipano alla società. Ha inviato una lettera ai gestori senza nemmeno dare spiegazioni. Spiegazioni che ora noi aspettiamo di avere”. Confesercenti tiene a precisare che lo stato d’agitazione non nasce da motivazioni economiche: “Dalla vendita di un biglietto noi percepiamo solo il 4,5%, vale a dire circa 5 centesimi di euro. E stiamo parlando di lordo. Va da sé che il guadagno sulla vendita dei tagliandi risulta essere esiguo. Il punto – continua Monti – è che viene a mancare un servizio importante al cittadino, che troverà sempre più complesso acquistare un biglietto o un abbonamento”. Vi è poi un’altra questione: “Tempi consegnava agli esercenti i biglietti tramite un conto deposito. Questo è stato poi sostituito dal conto vendita: in altre parole noi tabaccai, edicolanti e baristi dobbiamo acquistare un totale di tagliandi anticipando di fatto 1.000 o 1.500 euro. In questo modo, un servizio che prima offrivamo volentieri si è tramutato in un sacrificio”. Quali sono le prossime mosse di Confesercenti? “Rivolgiamo un appello a Seta affinché accetti di incontrarci per chiarire le motivazioni di questa scelta e le intenzioni per l’immediato futuro”.