Nell'anno della fede voluto da Papa Benedetto XVI pubblichiamo il messaggio del vescovo Gianni Ambrosio sulle vocazioni.
“Le vocazioni segno della speranza fondata sulla fede”: è questo il tema della 50° Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni. Siamo nell'Anno della fede che Benedetto XVI ha voluto per il 50° anniversario dell'apertura del Concilio. Proprio durante il Concilio, Paolo VI istituì questa Giornata di preghiera perché il Signore continui a mandare operai per la sua Chiesa. Insieme alla preghiera, Paolo VI intendeva favorire questa presa di coscienza: la questione delle vocazioni è legata alla "vitalità di fede e di amore delle singole comunità parrocchiali e diocesane". Nel corso degli anni, questo significativo appuntamento ha favorito l'impegno a porre al centro della preghiera e dell'azione Pastorale l'importanza delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata sullo sfondo della vocazione di ogni uomo/ chiamato a vivere nella fede e nell'amore.
Il tema della Giornata di questo anno, scelto da Papa Benedetto XVI invita a ravvivare la nostra speranza in Dio e a contare sulla sua fedeltà. Nello stesso tempo invita tutti noi a diventare testimoni luminosi del Vangelo per far germinare le vocazioni. Questo è stato tradotto in uno slogan che suona così: "Progetta con Dio… abita il futuro".
La speranza è un tesoro prezioso che oggi sembra scarseggiare anche nel cuore dei credenti. La fonte della speranza è l'amore di Dio: apriamoci all'orizzonte di Dio che ci è stato svelato in Cristo. Questo vale per la nostra vita personale come per l'attività pastorale, e vale in particolare per dare una decisa accelerazione alla pastorale vocazionale: abbiamo bisogno di una mobilitazione di fede, di preghiera e di affetto per le vocazioni. Lo slogan proposto vuole indicarci lo stile con cui, come credenti in Dio, dobbiamo guardare al futuro della Chiesa e delle nostre comunità. Chi progetta con Dio, sa che deve innanzi tutto ringraziarlo: nel suo amore per noi, egli ci dona il suo Figlio unigenito, ci chiama alla salvezza, ci rivolge la sua parola, ci dona la grazia dei santi sacramenti. Chi progetta con Dio, sa che Dio ha preparato un futuro per noi, per la nostra Chiesa, per le nostre comunità. Così possiamo vivere il presente senza essere sopraffatti dalla logica dominante del "subito" e del "tutto", senza essere schiacciati dai problemi e dalle ferite. Nella fede in Dio, nostro Padre, ogni giorno è una tappa di una storia benedetta che attraversa anche momenti difficili, di fatica e di sofferenza. Ma la vita di chi si affida al Signore è sempre illuminata e ogni frammento della quotidianità si inserisce in un orizzonte di senso. Chi progetta con Dio e confida in Lui, si lascia educare da Dio, cresce nel dono di sé, matura nella comunione e nella fraternità, impara la pazienza, vive le prove e le fatiche nella logica della Pasqua. Qui si percepisce tutta la preziosità della vocazione al sacerdozio e al diaconato. Gesù chiama a sé quelli che poi farà suoi discepoli: "Non siete voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi" (Gv 15,16). All'origine di ogni autentica chiamata, vi è il Signore: egli sceglie e invita alla sua sequela. Ma occorre rispondere alla sua chiamata seguendolo da vicino per imparare ad agire in suo nome, diventando i pastori del suo popolo. La parola chiave che permette di entrare nel mistero di questa chiamata è 'servizio': "Il presbitero è inserito sacramentalmente nella comunione con il Vescovo e con gli altri presbiteri, per servire il popolo di Dio che è là Chiesa e attrarre tutti a Cristo". (Pastores dabo vobis, 12).
Solo la gioiosa testimonianza di fede delle famiglie, delle comunità e soprattutto dei sacerdoti può trasmettere nei giovani il vivo desiderio di rispondere a Cristo che chiama. Davanti agli occhi dei nostri giovani, risplenda la bellezza del servizio a Dio e alla comunità cristiana.
† Mons. Gianni Ambrosio,
Vescovo Piacenza-Bobbio