Dopo i sindaci del territorio, anche le categorie economiche hanno incontrato l'assessore provinciale a Programmazione e Sviluppo economico Patrizia Barbieri per approfondire l'analisi delle aree produttive piacentine. L'ente di corso Garibaldi ha infatti elaborato un censimento delle aree produttive ospitate sul territorio provinciale, già presentato nelle scorse settimane agli amministratori locali. “L'analisi – ha spiegato l'assessore Barbieri – si basa su dati estrapolati Comune per Comune: a Piacenza nel 2012 la superficie occupata dalle aree produttive equivale a 4182 ettari distribuiti in 115 ambiti e 36 Comuni. Dallo screening elaborato emergono forti elementi di opportunità e altrettante criticità: tra queste ultime ricordo l'alta capacità residua, il consumo di suolo legato alla presenza di capannoni vuoti che non hanno creato occupazione, la scarsa riqualificazione di insediamenti. Elemento positivo è invece, così come disegnato nel Piano territoriale di coordinamento provinciale, l'area di maggiore interesse produttivo concentrata nell'asse (la cosiddetta y rovesciata) che unisce Castelsangiovanni, Piacenza, Caorso-Monticelli e Fiorenzuola". "A questo punto – ha proseguito l'assessore Barbieri – è necessario che il sistema-Piacenza faccia un salto in avanti – concentrandosi su aree omogenee e superando le divisioni territoriali – accompagnando la Provincia in un confronto serio e sistemico con Rfi sugli snodi ferroviari. Ricordo inoltre che le categorie economiche rivestono un ruolo importante per l'individuazione di una forma di collaborazione tra pubblico e privato utile al futuro sviluppo delle politiche economiche e urbanistiche. Fondamentale è inoltre il prezioso contributo che arriverà dai sindaci del territorio piacentino".
Unanime la posizione delle categorie presenti all'incontro (Camera di commercio, Confindustria, Confapi, Lega provinciale cooperative, Coldiretti, Unione agricoltori, Collegio dei geometri, Ordine degli architetti, Ordine degli ingegneri e Ordine dei geologi): abbandonare i campanilismi nel tentativo di arrivare ad un percorso strategico condiviso e, soprattutto, di agire in tempi rapidi.