Dati Aire, più 10% di giovani in fuga da Piacenza: “Se cambia torniamo”

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I giovani sempre più alla ricerca di un futuro, sempre meno a Piacenza. Lo registrano i dati Aire, con un boom dell’emigrazione dall’Italia nel 2012 che ha interessato anche il nostro territorio. Secondo i più recenti dati dell’Anagrafe della popolazione Italiana Residente all’Estero (Aire), lo scorso anno l’emigrazione da Piacenza ha fatto registrare un +10% (rispetto a un dato ancor più negativo a livello nazionale con il +30%). Gli Aire piacentini dai 25 ai 35 anni registrati in data odierna sono 557 (300 maschi e 257 femmine). In aumento rispetto al 2012 di 52 unità (Nello scorso anno erano 505, 277 maschi e 228 donne). Il totale, a prescindere dal dato estrapolato dai 25 ai 35, è sempre sulla stessa linea: oggi sono 3mila e 776 (1989 maschi e 1787 donne), in aumento rispetto allo scorso anno di 25 unità (erano 3mila e 571, 1869 maschi e 1702 donne).

Sono molti i motivi che portano i giovani a cercare fortuna all’estero, dalle possibilità lavorative, di studio o anche solo per trovare una società che garantista maggiore meritocrazia in ogni ambito. Certo è, comunque, che praticamente tutti coloro che abbiamo intervistato sono convinti: “Se l’Italia dovesse cambiare siamo pronti a tornare”, hanno detto in coro i ventenni piacentini dopo averci raccontato la loro esperienza (Le inteviste complete sono ascoltabili a fondo pagina).

Ne è convinta Sara Vincini, a Londra da qualche tempo e che lavora come project manager per un’agenzia di marketing di Ibm: “Se l’Italia fosse come me la ricordavo negli anni ‘90, non sarei andata così lontano – ha spiegato – avrei fatto esperienza in altre città, perché da sempre attratta dallo spostarsi. Però se la situazione fosse diversa, credo tornerei”. Dello stesso avviso Fabrizio Coppelli, per tutti “Bicio”, che a New York sta sviluppando un progetto discografico e ha partecipato a produzioni cinematografiche indipendenti: “Assolutamente sì. Amo l’Italia e ci avrei vissuto tutta la vita se avessi potuto. Per quello di cui mi occupo – sottolinea – gli Stati Uniti sono indicati. Spero in una rinascita dell’Italia, non sono scappato, perciò mi piacerebbe tornare. Ora però ci sono troppe difficoltà nel nostro Paese”. Gli fa eco Sara Bosi, traduttrice nel campo dell’informazione digitale a Manchester: “Certamente tornerei, infatti lo faccio appena posso a Piacenza. Ho sempre pensato: se fosse possibile coniugare la bellezza dell’Italia, con tutto quello che abbiamo, con la libertà di pensiero dell’Inghilterra, per me sarebbe il posto perfetto. Così continuo a fare avanti e indietro, non riuscendo a decidere tra l’uno e l’altro”.

Come detto, non solo i giovani sono tornati a emigrare. I dati Aire hanno messo in luce la “fuga”, o meglio, la ricerca di opportunità anche di piacentini ben più maturi. Tra loro Bruno Serra, che si trova nella fascia degli “anta”, eppure ha scelto il Viet Nam per costruirsi una nuova vita. A Ho Chi Minh (già Saigon), ha messo in piedi una ditta di servizi in collegamento con l’Italia proprio nell’ultimo anno. La sua storia è diversa, come spesso accade per persone adulte: “Erano anni che volevo andare all’estero e la concomitanza di un episodio spiacevole e una occasione positiva mi hanno spinto a tentare”. E se i paesi anglosassoni sono preferiti dai giovani per la mentalità aperta, l’Asia pare avere in più tutte le caratteristiche di un continente in piena evoluzione: “Qui c’è bisogno di tutto, dal calzolaio allo sviluppatore web – ha detto Serra -. Poi dipende. In Thailandia, che è più ricca, il mercato è quasi saturo. Il Viet Nam è invece il mondo nuovo, è tutto in salita e c’è tutto da fare”.