Le conversazioni d’arte sulle mostre della Ricci Oddi

La Galleria Ricci Oddi propone nella primavera del 2013 quattro conversazioni dedicate a quattro imperdibili mostre attualmente in corso.

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Gli interventi saranno tenuti da specialisti del mondo dell’arte che hanno curato in prima persona la mostre di cui parleranno.

Il terzo incontro sarà l’occasione per osservare da vicino la mostra Tra segno e colore: opere su carta della collezione Ricci Oddi che aprirà al pubblico il 13 aprile alla Galleria Ricci Oddi. L’incontro sarà tenuto dal docente di Brera e incisore Bruno Missieri, che ha dato un fondamentale apporto scientifico alla mostra dedicata al patrimonio su carta della collezione piacentina: poco più di una cinquantina di opere che avranno come filo conduttore il supporto utilizzato – la carta –  e i suoi problemi conservativi. Una mostra diversa e particolare, che intende stimolare il visitatore attraverso il confronto: bianco/nero e colori, disegni e stampe, acquerelli e pastelli.

Al momento dell’inaugurazione della Galleria Ricci Oddi, nel 1931, le opere su carta − esclusi, in ragione della tecnica, gli oli su carta e cartone − sono circa un terzo su poco più di 450 pezzi complessivi, di cui una trentina a colori (pastelli e acquerelli) e il resto in bianco e nero (disegni e incisioni). Nei successivi allestimenti la presenza del bianco e nero si restringe progressivamente fino alla drastica riduzione dell’ultimo, quello di Stefano Fugazza del 2001; una decisione inevitabile, dovuta a esigenze di conservazione: le opere su carta, fragili e delicate per composizione chimica, sono anche molto sensibili a prolungate esposizioni alla luce.

Alcuni di quei pezzi sfilano oggi all’interno della mostra Tra segno e colore. Opere su carta della collezione Ricci Oddi, che si sviluppa lungo il filo conduttore del supporto utilizzato – la carta –  e dei suoi problemi conservativi, con intento documentario e didattico. Due le parti in cui si articola il percorso espositivo: al bianco e nero di disegni e stampe, segue il colore di acquerelli e pastelli che, sebbene  in ambiente storico e critico, oltre che nella percezione del collezionismo, siano considerati tecniche pittoriche in senso proprio e quindi altra cosa, sono qui documentati, presentando in generale analoghi problemi conservativi. Troviamo così i romantici fusains del Fontanesi, il carboncino finito e dettagliato del Borrani, la matita del Klimt, le sbavate e caricaturali acqueforti del Fattori, di contro a quelle più fini e precise ancora del Fontanesi, gli acquerelli del Morelli e i pastelli del Casciaro.

L’intento didattico si manifesta nell’allestimento della mostra, nella quale le opere – in parte bisognose di restauro, in parte invece già restaurate per stimolare un confronto − sono suddivise per tipologia, in sezioni introdotte da pannelli esplicativi sulle cause del degrado della carta e sulle diverse tecniche. Il percorso trova un naturale prolungamento nelle sale della Galleria, dove indicazioni didascaliche specifiche segnalano al visitatore le opere su carta permanentemente esposte.

Un’occasione davvero unica per poter ammirare opere tenute a lungo in deposito e sconosciute al grande pubblico.

L’ultimo relatore sarà Fernando Mazzocca, uno dei massimi conoscitori dell’arte italiana dell’Ottocento. Già professore alla Ca’ Foscari di Venezia e alla Statale di Milano, svolge da anni la sua attività di divulgazione organizzando mostre tra le più importanti in Italia (Hayez a Milano, Signorini e i macchiaioli a Padova, Canova e Wildt a Forlì) e scrivendo interventi sull’inserto domenicale del Sole 24 Ore e su numerose riviste d’arte specializzate quali Art Dossier e il Giornale dell’Arte.

Quattro incontri da non perdere per fare un viaggio nell’Italia delle mostre, accompagnati e guidati dalla spiegazione dei loro curatori.