Sono 24 i teatri storici dell’Emilia-Romagna nei quali il 13 e il 14 aprile si terrà l’open day “I luoghi del “Bel Canto”. Incontri nei teatri storici dell’Emilia-Romagna. Si tratta di un programma di aperture straordinarie, visite guidate gratuite, spettacoli musicali, opere e concerti, una seconda edizione dopo quella che si è svolta lo scorso autunno con enorme successo.
Da Fiorenzuola d’Arda a Sant’Agata Feltria, l’iniziativa ha finalità diverse e si propone anche di celebrare Giuseppe Verdi nel bicentenario della nascita. Ma tra le importanti ricorrenze musicali di questo 2013 si collocano anche quelle di due teatri bolognesi, presenti nella rassegna, il Comunale e il Teatro 1763 di Villa Aldrovandi Mazzacurati che compiono entrambi 250 anni.
L’open day vuole richiamare l’attenzione dei cittadini invitandoli a visitare quella mirabile macchina che è la sala teatrale e mostrare loro gli spazi teatrali via via restaurati e riaperti. E’ il caso del Comunale di Gambettola o del teatro Stignani di Imola che, inaugurato 200 fa, è stato oggetto di un recente restauro filologico che ne ha fatto riemergere i caratteri neoclassici. E’ possibile verificare anche quale sia la situazione di una sala teatrale da restaurare: tra i teatri vi è infatti il Teatro Sociale della Concordia di Portomaggiore di cui è stato restaurato soltanto il foyer.
Non solo visite ma vere e proprie occasioni di spettacolo: voci e note per un intero weekend di primavera. Il programma di aperture straordinarie è stato presentato nella sede della Regione Emilia-Romagna, a Bologna, presenti tra gli altri l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti e il presidente dell’Istituto per i beni culturali Angelo Varni. Varni ha sottolineato “l’importanza di realtà conosciute spesso per ciò che propongono dal punto di vista della fruizione culturale, ma non per la bellezza stessa delle strutture architettoniche interessate”.
“Si tratta per noi – ha commentato Mezzetti – di un appuntamento di grande interesse non solo perchè porta i cittadini alla conoscenza di questo patrimonio culturale, ma anche per il sostegno dei teatri che siano stati colpiti dal sisma dello scorso maggio“. “Ricordiamo – ha aggiunto l’assessore regionale – che 13 strutture teatrali sono state gravemente danneggiate, altre 20 colpite più o meno seriamente e numerose altre hanno registrato danni minori”.
L’ iniziativa si propone di sostenere i teatri colpiti dal terremoto del maggio 2012: Ibc e Assessorato alla cultura hanno promosso una raccolta di fondi, aprendo un conto corrente “Pro Teatri” Iban: IT 87 H 0200802450 000102267869. I contributi raccolti saranno impiegati a favore dei teatri stessi.
In Emilia-Romagna i teatri storici rappresentano un patrimonio culturale, storico e artistico di grande rilevanza. Si tratta di sistemi complessi e articolati, dove architettura, arte, tecnologia, decorazione colloquiano in armonia e che, a più riprese, sono stati oggetto di ricerche e progetti di valorizzazione da parte dell’Ibc.
Attualmente i teatri storici censiti sono 101. Dal primo censimento condotto negli anni Ottanta era emerso che circa il 40% delle sale era inutilizzato, anche se per una parte esisteva un progetto di recupero. Nella maggioranza dei casi il recupero è avvenuto come pure i lavori di adeguamento su alcuni teatri attivi.
La maggior parte dei teatri esistenti sul nostro territorio deriva dal modello barocco, detto “all’italiana”, inventato e perfezionato da architetti e scenografi nostrani, primi fra tutti i Bibiena.
Dal XVII secolo a tutto l’Ottocento, e in alcuni casi fino ai primi del Novecento, la forma dei teatri di tradizione è rimasta immutata nelle sue linee essenziali. Il palcoscenico è ben separato dalla sala per gli spettatori; quest’ultima presenta una pianta morbidamente curvata che può avere un andamento a U come nel caso di Sant’Agata Feltria; a campana secondo la concezione di Antonio Galli Bibiena come al Comunale di Bologna; a ferro di cavallo o, come vuole Cosimo Morelli, ellittica, la cui parete “a pozzo” risulta traforata da ordini sovrapposti di palchetti, raccordati sul retro da corridoi di disimpegno. Ma questa non è la sola tipologia di sala teatrale presente in Emilia-Romagna. I “politeama” sono teatri di tardo Ottocento che riprendono modelli già diffusi in Europa, hanno gallerie aperte e sono adatti a spettacoli diversi. Esistono inoltre deliziosi teatrini ottocenteschi dove i palchi sono sostituiti da una sola elegante balconata, come nel caso di Sant’Agata Bolognese. Non mancano alcune sale in dimore private, tra cui uno dei più piccoli teatri del mondo, realizzato nel 1922 nel Castello di Vigoleno (Piacenza).
Questi i 24 teatri coinvolti in Emilia-Romagna:
Teatro Comunale Giuseppe Verdi, Fiorenzuola D’Arda (Pc); Teatrino del Castello di Vigoleno, Vernasca (Pc); Teatro Comunale Giuseppe Verdi, Busseto (Pr); Teatro Comunale Girolamo Magnani, Fidenza (Pr) Teatro Comunale Fontanellato (Pr); Teatro Comunale Bonifazio Asioli, Correggio (RE); Teatro Comunale della Rocca Franco Tagliavini, Novellara (RE); Teatro Comunale Luciano Pavarotti, Modena;Teatro Comunale, Bologna;Teatro 1763 Villa Aldrovandi Mazzacurati, Bologna;Teatro Comunale Ebe Stignani, Imola (Bo); Teatro Comunale San Giovanni in Persiceto (Bo); Teatro Comunale Ferdinando Bibiena, Sant’Agata Bolognese (Bo);Teatro Comunale Alessandro Bonci, Cesena (FC), Teatro Comunale La Baracca dei Talent, Gambettola (FC); Teatro Comunale Errico Petrella, Longiano (FC); Teatro Comunale Carlo Goldoni, Bagnacavallo (Ra); Teatro Socjale Piangipane, Ravenna; Teatro Comunale Dante Alighieri, Ravenna; Teatro Comunale Ferrara; Teatro Sociale della Concordia, Portomaggiore (Fe) Teatro Comunale Augusto Massari, San Giovanni in Marignano (Rn); Teatro Comunale Angelo Mariani, Sant’Agata Feltria (Rn).