Ieri sera si è svolto presso i Chiostri del Duomo un incontro organizzato da ANSPI Domus Piacenza sul tema della globalizzazione.
Relatore d’ eccezione l’ Ing. Luciano Gobbi, appena riconfermato alla guida della Banca di Piacenza.
L’ istituto di credito cittadino, come fa notare lo stesso Gobbi ai nostri microfoni, gode di buona salute ed è attento all’ economia piacentina, sofferente come quella nazionale e mondiale.
Quello di ieri sera è stato un excursus sui vari aspetti della globalizzazione, passando per l’ enciclica Caritas in Veritate, del Papa Emerito, Benedetto XVI, in cui sono stati analizzati gli aspetti umani, oltre che socioeconomici di un processo irreversibile.
Secondo Gobbi la globalizzazione è più un’opportunità che un rischio: “globalizzazione significa finestra sul mondo. Il mondo cresce e quindi se le persone e le aziende riescono ad avere iuna versione più ampia e lavorare bene, possono far parte di un fenomeno economico interessante“.
Tuttavia c’è anche il rovescio della medaglia, la delocalizzazione di alcune aziende che lasciano l’ Italia per approdare ad altri paesi ma questo non preoccupa lo stesso Gobbi per il quale è necessario che delocalizzare non equivalga a far andar via dall’ Italia i lavori a più alto valore aggiunto, come l’ artigianato di livello. Bisogna seguire, insomma, l’ esempio della Germania. Le produzioni di massa, invece, hanno necessariamente bisogno di una manodopera a più basso costo, è una legge economica.
Come dicevamo prima. l’ attenzione di Gobbi si è anche concentrata sull’ enciclica Caritas in Veritate che è un documento con cui la Chiesa ha fatto una foto più che mai attuale della società economica mondiale, con i pregi e difetti. Per il presidente della Banca di Piacenza, la Chiesa è esperta in umanità, “Gli uomini di chiesa hanno una visione o prendono decisioni che ci sorprendono in positivo – afferma Gobbi – come nel caso dell’ elezione di Papa Francesco, avvenuta in un mese. La nostra politica invece è ancora a dibattere“.
Infine non potevamo non chiedere come sta l’ economia piacentina di cui la banca di Piacenza conosce bene lo stato di salute e quale futuro si prevede. “Conosco il territorio e le aziende del piacentino. Alcuni settori hanno problemi strutturali, per esempio perchè il mercato è in grande stasi, come nel caso dell’ edizlizia. Le aziende che sono legate al ciclo dell’ export sono, invece, motivo di speranza per il futuro. La Banca di Piacenza è vicina alle aziende che producono. Noi le affianchiamo con orgoglio e soddifazione con una visione locale che si proietta sul mondo grazie alle aziende che hanno una visione più ampia”.