AGGIORNAMENTO – Ci sono anche due sudamericani residenti a Piacenza, uno arrestato e l’altro denunciato, tra gli indagati nella maxi inchiesta portata avanti dalla questura di Milano contro i Latinos. Si tratta di due esponenti di spicco nel Piacentino delle bande sudamericane dei Netas e dei Chicago che operano nel capoluogo meneghino e che negli ultimi anni si erano alleati per avere maggiore incisività sotto il profilo della violenza ai danni di gruppi rivali e nella capillarità dello spaccio. Il primo è Gabriel Alejandro Sanchez Veintemilla, ecuadoriano di 21 anni. Nel suo curriculum rapine ai danni di prostitute e transessuali (fu arrestato dalla polizia nel 2010) avvenute nella periferia piacentina, ma anche due tentati omicidi fatti a Milano (23 novembre 2011 e l’altro 26 dicembre). Componente della banda dei Nieta, si trova rinchiuso alle Novate dove è stato raggiunto anche dall’accusa di associazione a delinquere spiccata dal gip Fabrizio d’Arcangelo. L’altro è di origini honduregne, F.P.L.A. di 22 anni, residente a Piacenza, denunciato per spaccio. Si approvvigionava di cocaina nel Milanese (50 grammi a settimana) che poi spacciava nel Piacentino. Molto singolare il metodo che la sua banda, quella dei Chicago, aveva escogitato per il trasporto della droga dall’America: la cocaina veniva confezionata in ovuli e introdotta nell’organismo di cani di grossa taglia, come San Bernardo e Labrador.
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La Polizia di Stato di Milano ha eseguito 75 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 57 maggiorenni e 18 minorenni, nella quasi totalita’ cittadini dell’america latina, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la persona, il patrimonio, traffico di stupefacenti e detenzione di armi. Uno dei catturandi, localizzato in Spagna, a carico del quale e’ stato emesso mandato di arresto europeo, e’ ricercato sul territorio di Barcellona. Contestualmente sono state eseguite sul territorio di Milano e provincia nonche’ nelle province di Bergamo, Brescia, Lodi, Pavia, Piacenza, Novara, Roma e Varese numerose perquisizioni domiciliari a carico di soggetti orbitanti nell’ambito delle organizzazioni criminali oggetto d’indagine dove e’ stato sequestrato materiale di interesse investigativo. Nello stesso contesto sono stati deunciati in stato di liberta’ 112 altri soggetti, rispettivamente 98 maggiorenni e 14 minori.
L’indagine, eseguita dal Commissariato di Pubblica Sicurezza “Mecenate”, vede coinvolti numerosi gruppi di giovani di origine sudamericana riconducibili al fenomeno delle cosidette “pandillas” di ispirazione latinoamericana, ed e’ la naturale prosecuzione di una prima attivita’ conclusa con l’emissione di 30 ordinanze di custodia cautelare eseguite il 7.2.2012, a carico di altrettanti soggetti ritenuti gravemente indiziati di tentati omicidi, rapine ed estorsioni. La successiva e complessa attivita’ svolta dagli investigatori del Commissariato Mecenate, supportata da intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha permesso di accertare che alcune delle “pandillas” operanti sul territorio milanese sono organizzate alla stregua di vere e proprie associazioni per delinquere, gerarchicamente orientate, finalizzate alla commissione di un numero indeterminato di reati.
E’ stata per la prima volta dimostrata l’esistenza del vincolo associativo all’interno delle cosidette “pandillas” evidenziando che, nell’ottica di queste organizzazioni criminali, i singoli reati commessi rientrano in un piu’ ampio programma criminoso e sono funzionali sia alla conquista del territorio, che passa attraverso l’eliminazione fisica di appartanenti alle bande rivali, sia al reperimento delle risorse economiche necessarie per la vita e l’espansione dell’associazione stessa. Sotto questo secondo aspetto l’attivita’ investigativa ha permesso di accertare che il traffico di stupefacenti avviene attraverso contatti diretti tra le organizzazioni criminali oggetto di indagine e i “cartelli” colombiani messicani mediante un ingegnoso sistema di trasporto in cui la sostanza stupefacente, dopo essere stata adeguatamente confezionata in modo tale da sfuggire ai controlli di sicurezza, viene occultata, tramite un’operazione chirurgica, nelle viscere di cani di grossa taglia che fungono da inconsapevoli vettori; gli animali all’arrivo in Italia vengono uccisi per estrarre la cocaina purissima occultata nei loro corpi. La droga prima di essere collocata nel ventre dei cani veniva avvolta in un cellophane, poi nella carta carbone per essere impenetrabile ai raggi X dopodiche’ ancora nel cellophane e in uno scotch di vinile nero, ancor piu’ resistente ai raggi X. L’involucro era cosi’ pronto per essere inserito nei cani di grossa taglia tipo San Bernardo, Gran Danese, Dog de Bordeaux , Mastino Napoletano e Labrador.