Scaravaggi presidente di una Fondazione spaccata. Mal di pancia nel Pd

La Fondazione di Piacenza e Vigevano ha il suo nuovo presidente, Francesco Scaravaggi. Ma a prescindere dal neopresidente, ottima persona, la città ha francamente poco da gioire visto che della tanto sbandierata scelta unitaria non c’è stata nemmeno l’ombra. A votarlo sono stati i 13 consiglieri presenti sul totale dei 25 che compongono il consiglio generale dell’ente di via Sant’Eufemia. La componente che faceva capo alla candidatura di Sergio Giglio ha disertato l’assemblea e così il presidente Giacomo Marazzi ha applicato alla lettera lo statuto. Occorrevano 13 voti ed eccoli. Determinante, alla fine, è risultato il voto del Comune (spaccato anche lui) con una componente su due presente, così come quello della componente di Vigevano che si è schierata pro Scaravaggi e che oggi, paradossalmente, sembra contare di più di quella piacentina. Che Piacenza abbia perso un’occasione per fare squadra (concetto di cui in tanti si riempiono la bocca) sono in molti a ritenerlo. Quando è stato votato, nella tarda mattinata, Scaravaggi era dal dentista. Alla spicciolata i consiglieri presenti sono usciti: parecchia l’amarezza tra i presenti per la mancanza di molti consiglieri. All’uscita l’ex presidente Giacomo Marazzi ha spiegato di aver “applicato lo statuto. Ho proceduto ed è stato eletto Scaravaggi. Mi interessa relativamente la mancanza di alcuni consiglieri, c’era il numero legale e ho applicato lo statuto. Non mi aspettavo questa presa di posizione di alcune componenti, penso che a livello democratico si debba andare alle votazioni. Io ho finito il mio mandato, ho applicato in modo trasperante lo statuto fin dal primo giorno. Dovete chiedere alle istituzioni, Comune e Provincia, perché erano assenti. L’atteggiamento del sindaco Dosi? Aveva detto che si assumeva delle responsabilità, ma evidentemente non l’ha fatto. Ma ora non sono più miei problemi”.

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TRESPIDI: Il presidente della Provincia Massimo Trespidi ha chiesto al neopresidente Scaravaggi di fare un passo indietro, di “rinunciare all’incarico in favore di una candidatura condivisa da tutte le istituzioni”. 

 

I MAL DI PANCIA NEL PD Intanto risulta che l’esito del voto in Fondazione abbia provocato non poche fibrillazioni nella politica piacentina e nell’amministrazione comunale. Nel Pd ad esempio, principale forza di maggioranza che sostiene il sindaco Dosi, serpeggiano pesanti malumori soprattutto nella parte di partito che auspicava una vittoria di Giglio e che dunque ha gradito poco il comportamento non univoco tenuto dai due rappresentanti del Comune (Tibaldi e Chiappaini). Inutile nasconderlo: sul banco degli imputati c’è anche lo stesso sindaco Paolo Dosi. Non è escluso che nei prossimi giorni i mal di pancia possano venire pesantemente a galla, al punto che potrebbero essere anche chieste delle verifiche.

CAVANNA: “LA FONDAZIONE PRENDA ESEMPIO DALLA CHIESA”

Era presente anche Luigi Cavanna: “Mancavano dei consiglieri, bisogna vedere i motivi e non fare il processo alle intenzioni. Non si è riusciti a trovare l’unità, ma nemmeno altre volte. Forse non a questo livello. La Fondazione prenda esempio dalla Chiesa, bisognerebbe aiutarci l’un l’altro invece di combattere, c’è bisogno di pace. La Chiesa ha votato un Papa in un giorno e mezzo, e noi stiamo qui a litigare per una Fondazione”. 

 

ECCO LE PRIME PAROLE DI SCARAVAGGI DOPO L’ELEZIONE

Il neopresidente Francesco Scaravaggi, ex assessore comunale (giunta Vaciago) ha appreso dell’elezione che si trovava dal dentista, lo abbiamo raggiunto all’esterno del suo ufficio in via Campesio. “Ho appreso della mia elezione con emozione, data dal fatto che non pensavo ci fossero questi movimenti fino all’ultimo istante. Però cerco di lasciar da parte tutte queste cose e voglio responsabilmente mettere la testa dentro quello che può essere il bene, quello che la Fondazione può fare per Piacenza.”

C’è un clima di frattura?

“Se c’è, non è certo venuto da parte mia. Ho sempre chiesto di mantenere la calma per portare avanti i progetti e non per fare polveroni. Non so cosa ci sia nella testa degli altri: quello che voglio fare è andare avanti con la Fondazione. Vorrei riprendere le parole di papa Francesco, che mi sono piaciute molto: “camminare avanti”.

Cosa vorrebbe dire al mondo degli industriali?

“Vedo bene qualsiasi tipo di settore, se guardano al bene della città, devono fare un passo per aiutare i cittadini a sentirsi meglio. Quindi va bene il mondo degli industriali e quello del volontariato: cerchiamo di misurarci anche con altre idee, di metterle sul tavolo e verifichiamole.”

Ha già pensato a come comporre la sua squadra?

“Ho dei nomi: a chi però mi chiedeva una discontinuità rispondo che preferisco una Fondazione che mantenga la continuità, perché per fare un passo avanti dobbiamo guardare ai passi indietro. Quindi è inutile che mi vengano a parlare di autonomia: io mi attiverò con la mia libertà per decidere con la mia autonomia, non con quella degli altri che in questi mesi mi hanno sollecitato.”

Né lei né Giglio avete fatto un passo verso l’altro negli ultimi mesi?

“Io sono stato in attesa, quando mi hanno chiesto di esprirmermi, l’ho fatto. Anche nel volontariato, di cui sono stato investito, non sono certo tutte rose & fiori… lo dico molto sinceramente. Quello che interessava a me e al mio gruppo – che ringrazio – è che la città deve andare avanti, non fare pasticci! Stamattina mi è stato detto che in sede di consiglio ne sono stati fatti, non si sono presentati… Sono cose che non capisco: ma cos’avete in testa? Volete andare avanti o cosa?”.

 

SERGIO GIGLIO, LO “SCONFITTO”, DURO CON LA CURIA

“Faccio gli auguri a Sacaravaggi. La mia è una sconfitta chiara e precisa. Non è passata l’idea di discontinuità: è una vittoria di Vigevano in quanto oggi hanno votato contro, senza essere presenti, 32 comuni, le categorie economiche, due terzi di volontariato, la Provincia, una parte del Comune. Mi dispiace che un grande scienziato come Lucio Rossi abbia dovuto assistere a questa situazione. L’equilibrio del territorio si è spostato a Vigevano, questo ci comporterà disinvestimenti, non so se il territorio lo accetterà. Volevo fare un servizio, non ce l’ho fatta”.

La scelta di disertare?

“I consiglieri devono accettare e rispettare le decisioni degli altri, ci rivedremo in consilgio ci confronteremo sugli investimenti, sulle auto blu, su tante cose.

Adesso però qualcuno sta facendo appelli all’unità.

E’ tardi per gli appelli all’unità. Non ci siamo presentati perché chi doveva non ha fatto nulla per cercare l’unità. E’ una mia sconfitta, ma mi viene sempre in mente Agassi: le sconfitte sono più dolorose, ma uno se non ha mai vinto non sa cosa vuol dire vincere, quindi… Questi dodici consiglieri hanno bisogno di rivendicare un ruolo per il territorio. Ma non aprliamo di chi non ha voluto aspettare due settimane per trovare un rpesidente condiviso. Il presidente è Scaravaggi”.

Scarvaggi auspica che la politica non entri in Fondazione.

“La politica è già entrata in Fondazione. Cosa dice Scaravaggi? Voglio lasciargli la gioia della vittoria, ma lui non ha voluto confrontarsi in Municipio, ha rifiutato un appuntamento con la democrazia”.

Marazzi ha definito pilatesco l’atteggiamento del sindaco Paolo Dosi.

“Il sindaco ha preso le sue decisioni, non ho altro da dire”.

Anche Confindustria è divisa e a giorni si va al voto. 

“Sono un votante di Confindustria e sono stato per sei anni presidente, vederla così divisa mi fa dispiacere, ma la città sta cambiando. Questa è la verve di Piacenza. E’ la prima volta in 60 anni che si confrontano due candidati, così come due candidati c’erano per la Fondazione”.

Come commenta il ruolo della Diocesi?

“Ha avuto un ruolo decisivo, il suo voto non si conta, si pesa. Dell’incontro con l’aspetto cuiale in cui ho prospettato le difficoltà della Fondazione ho notato poca sensibilità sugli aspetti patrimoniali, c’era più sensibilità sugli aspetti della questua”.