Il sindaco di Piacenza, Paolo Dosi, ha partecipato questa mattina a Milano, assieme al suo omologo di Castel S. Giovanni, Carlo Capelli, alla presentazione del “Manifesto dei sindaci per la legalità, contro il gioco d’ azzardo”, nell’ ambito della manifestazione “Fà la cosa giusta”, promossa dall’ associazione “Terre di mezzo” e che si sta svolgendo a Fieramilano City.
Piacenza, come ha spiegato lo stesso Dosi, è tra gli oltre 40 comuni primi firmatari che hanno aderito sin da subito a questo manifesto contro una vera e propria emergenza sociale come quella del gioco d’ azzardo. Anche comuni della provincia tra cui Caorso, Cadeo e Castelvetro si sono aggiunti successivamente, portando il numero delle amministrazioni aderenti ad oltre novanta, dislocate su tutto il territorio nazionale.
Angela Fioroni, di Legautonomie però corregge i nostri dati e afferma che le amministrazioni aderenti sono oltre 140. “Ogni giorno – ci dice – se ne aggiungono di nuove. Persino questa mattina, aprendo la casella di posta elettronica ho trovato nuove adesioni”.
Nei mesi scorsi il nostro Comune rappresentato dall’ assessore Paola Beltrami e dal consigliere Samuele Raggi, aveva partecipato al ciclo di conferenze riguardanti il gioco d’azzardo, svoltosi a Corsico e organizzato sempre da “Terre di mezzo”, in cui è si è discusso di come le amministrazioni comunali possono gestire e controllare il fenomeno dell’incremento delle sale giochi, quali strumenti adottare per prevenire il gioco compulsivo e la dipendenza e quali servizi educativi avviare, soprattutto nei confronti dei più giovani.
Tuttavia, in quell’ occasione, Dosi aveva parlato di un “corto circuito” per cui l’autonomia di intervento da parte dei Comuni è limitata (le autorizzazioni sono concesse dalle prefettura) anche in considerazione del fatto che gli introiti erariali sono ingenti. L’ educazione e l’ informazione preventiva – aveva detto – sono le nostre uniche armi.
Il primo cittadino aveva inoltre manifestato la propria preoccupazione e dimostrato l’ attenzione del Comune circa il proliferare nella nostra città di “compro oro” e sale giochi, a quanto sembrerebbe in stretto collegamento tra loro, poiché questi negozi sfrutterebbero la tendenza al gioco compulsivo dei giocatori più accaniti che, per continuare a praticare il loro vizio, andrebbero a vendere i loro averi.
Una prova di questa correlazione si è avuta lo scorso 4 febbraio in occasione di un efferato omicidio compiuto a Castel S. Giovanni. Maria Cristina Filippini ha ucciso l’ anziana madre, Anna Giuliana Boccenti, 90 anni, impossessandosi di una collanina in oro e rivendendola, proprio presso un compro oro, per poter far fronte ad alcuni debiti di gioco.
Durante l’ iniziativa di questa mattina è stato anche presentato il volume informativo “Le regole del gioco – Azzardo, dipendenza e criminalità: la campagna dei sindaci per contrastarli”. L’ autrice, Angela Fioroni, ha parlato al nostro microfono e ci ha raccontato sia della correlazione tra compro oro e sale giochi, sia dell’ impegno trasversale dei sindaci per contrastare il fenomeno, in continua espansione, del gioco d’ azzardo.
Sempre nell’ ambito dell’ incontro milanese di oggi, è stata avviata ufficialmente la raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che dia più potere agli amministratori comunali nella lotta per la legalità e nel contrasto al fenomeno del gioco d’azzardo.
Si chiede, insomma, un ruolo più forte per le istituzioni locali, al fine di evitare casi come quello accaduto a Verbania: il comune aveva intrapreso una lotta contro le slot, limitandone gli orari di funzionamento ma si è vista dare torto dalla magistratura ed è stata costretta a pagare oltre un milione e 300 mila euro di risarcimento alla società che gestiva le “macchinette”.
I sindaci vogliono richiamare l’ attenzione sui numeri del gioco d’azzardo perché sia nota a tutti l’entità del problema che affrontano e inoltre
· chiedono la possibilità di intervenire con le ordinanze necessarie e la possibilità di esprimere un parere preventivo per l’installazione dei giochi d’azzardo
· chiedono una nuova legge nazionale fondata sulla riduzione dell’offerta, il contenimento dell’accesso, un’adeguata informazione ai cittadini; una legge che preveda attività di prevenzione e cura
· chiedono leggi regionali che esplicitino i compiti e gli impegni delle regioni per la cura dei giocatori patologici, la prevenzione dai rischi del gioco d’azzardo, il sostegno alle azioni dei Comuni
· manifestano la volontà di organizzarsi in rete, per essere più forti e incisivi
· si impegnano ad attivare reti nei territori con tutte le associazioni disponibili a far fronte comune per attivare iniziative culturali e di prevenzione; e ad attivare reti sovraterritoriali nelle Asl, con la Prefettura, la Questura, la Dia, le forze dell’ordine per monitorare, prevenire, contrastare il gioco d’azzardo e curare i giocatori patologici
· si impegnano per la formazione: propria, delle polizie locali e dei servizi sociali, degli esercenti e dei cittadini, consapevoli del ruolo fondamentale e insostituibile della cultura per combattere la dipendenza dal gioco d’azzardo
· si impegnano a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per esercitare tutte le attività possibili di contrasto al gioco d’azzardo.
L’iniziativa ha visto la partecipazione dell’ ANCI, Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, in rappresentanza della quale è intervenuto il sindaco di Varese, Attilio Fontana, al posto di quello Reggio Emilia e presidente ANCI, Graziano Delrio, impossibilitato a partecipare, nonché del sindaco di Pisa e presidente della Lega delle Autonomie Locali, Marco Filippeschi.