Uno spettacolo che si mostra in tutta la sua forza suggestiva, oltrepassando i confini del teatro. Un atto d’amore e d’accusa nei confronti dell’Italia. Ritorna a Piacenza Pippo Delbono, in scena al Teatro Municipale con “Dopo la battaglia” giovedì 14 marzo 2013 alle ore 21 per il cartellone Altri Percorsi della Stagione di Prosa 2012/2013 “Tre per Te” organizzata da Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione, direzione artistica di Diego Maj, con Fondazione Teatri di Piacenza, Comune di Piacenza – Assessorato alla Cultura e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Cariparma, Iren Emilia.
Premio Ubu 2011 come miglior spettacolo dell’anno, Pippo Delbono ha creato questo lavoro con la sua compagnia e con la collaborazione di due grandi artisti: la danzatrice Marigia Maggipinto, storica componente della compagnia di Pina Bausch, e Alexander Balanescu, compositore e virtuoso del violino, autore della colonna sonora. Lo spettacolo della Compagnia Pippo Delbono è prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro di Roma, Théâtre du Rond Point – Paris, Théâtre de la Place – Liège, Théâtre National de Bretagne – Rennes.
Dinanzi a “Dopo la battaglia” ci ritroviamo come all’inizio di un viaggio visionario, sulla soglia di una sequenza di quadri, nel corpo di una drammaturgia che ci mostra, senza falsi pudori, la verita della follia. Dopo la battaglia è una composizione che spalanca le porte del nostro buio esistenziale, sfociando in flusso continuo, trapassandone lo spazio. Trovando il ritmo proprio della danza e della musica, cercando nelle parole e nei versi l’accordo di emozioni e linguaggi, trasfigurando il dolore del presente nella fede nel futuro.
Gli attori della Compagnia Delbono irrompono continuamente nell’inatteso, in un mare in perenne metamorfosi, dove la salvezza possibile avviene dopo l’ineludibile naufragio. Delbono fiancheggia e sospinge i suoi compagni sulla scena di uno spazio neutro, uno spaziomente grigio, crocevia del nostro immaginario, dove scorrono le figure del nostro mondo, dove vivono i vizi e le miserie di un popolo ingabbiato e cieco, le cui mosse si fanno automatiche. Vi riecheggiano, in un rito laico e sacrale, brani tratti da autori come Antonin Artaud, Franz Kafka, Alda Merini, Pier Paolo Pasolini, Walt Whitman, Rainer Maria Rilke, Alejandra Pizarnik riscritti da Pippo Delbono. Scena di versi e parole che accade sulle note di Giuseppe Verdi, Niccolò Paganini, Petr Ilic Cajkovskij e le cui note si intrecciano alla musica originale, eseguita dal vivo di Alexander Balanescu, violinista, compositore contemporaneo, interprete della nuova musica a cavallo tra primo e secondo millennio.
Uno spettacolo che rappresenta una tappa importante nel percorso artistico di Delbono, che immette una linfa diversa nel suo linguaggio, puntando su effetti video e atmosfere cinematografiche, su stati di immagini realizzati dallo stesso Delbono con il suo telefono cellulare, a proseguire la sperimentazione del suo “La Paura”. Nella forma di un teatro espanso, tracciato di corpi e testi, di forme del dire e del rappresentare, di toni che nella musica e nella danza si fanno azioni, verbo incarnato di attori, in un teatro che si fa carne del suo tempo, del nostro tempo.