All’indomani della richiesta delle organizzazioni sindacali di aprire un confronto istituzionale in Provincia sul caso dell’azienda Rivoli Spa di Monticelli, l’assessore alle Politiche del Lavoro Andrea Paparo ha deciso di convocare al più presto le parti al fine di trovare una soluzione.
L’appuntamento è fissato per lunedì 11 marzo alle 15,30 nella sede di via Mazzini della Provincia di Piacenza. Al tavolo, oltre alla Provincia con l’assessore Paparo, siederanno le organizzazioni sindacali confederali e la proprietà dell’azienda Rivoli. “L’incontro – ha spiegato Paparo – servirà a comprendere con chiarezza qual è la situazione dell’azienda, quali le difficoltà che sta attraversando, quali soluzioni vengono proposte e, soprattutto, a tutelare a pieno i lavoratori”.
L’ennesima crisi coinvolge un’azienda piacentina, questa volta tocca alla Rivoli di Monticelli. Già 22 lavoratori si trovano in cassa integrazione dallo scorso 26 giugno. Ora i vertici del gruppo che conta numerose aziende in tutta Italia minacciano di chiudere definitivamente lo stabilimento locale. La notizia è di ieri e ha causato le proteste dei lavoratori che si sono radunati davanti ai cancelli dell’azienda. Inoltre erano stati presi accordi tra sindacati e dirigenza per avviare un tavolo di discussione nella stessa giornata di ieri, incontro che però alla fine non si è tenuto, per la delusione di lavoratori e sindacati. Ora, spiega Roberto Varani della Cisl, la prossima tappa sarà contattare la Provincia di Piacenza nella persona di Andrea Paparo perché si occupino della vicenda. “Vogliamo sapere cosa accadrà ai dipendenti dopo il 26 giugno” spiega Varani. Il sindacalista affronta poi un altro tema: “Stanno già smantellando lo stabilimento, la cosa grave è che hanno cominciato senza nemmeno avvisare le Rsu. Inoltre stanno chiamando operai da fuori per la dismissione: non sarebbe stato più corretto chiamare manovalanze dal piacentino?”.
La dirigenza di Rivoli ha poi sostenuto, in questo lungo periodo di agonia, che se già gli affari non stavano andando bene, il colpo di grazia finale è stato sferrato dall’ingente furto di rame avvenuto nell’aprile 2012 e che ha causato un danno di oltre 100mila euro all’azienda. Non è d’accordo lo stesso Varani: “Quello ha semplicemente dato adito alla dirigenza di trovare una scusante per non interessarsi più dello stabilimento e ripartire con una eventuale produzione. L’assicurazione ha sicuramente risarcito i danni, ma la dirigenza non si è preoccupata di ripristinare le attrezzature. Diciamo che il danno c’è stato ma si è limitato ad accelerare un processo che era già in atto”.