Un Trittico in onore della celebre coreografa svedese Birgit Cullberg, portato in scena da grandi professionisti tra cui diversi danzatori del Teatro alla Scala. Questi gli ingredienti di “Omaggio a Birgit Cullberg”, terzo appuntamento della Stagione di Danza 2012-2013 della Fondazione Teatri di Piacenza, in programma domenica 10 marzo alle ore 16, al Teatro Municipale di Piacenza.
Si tratta di uno spettacolo dalla portata innovativa, poichè è la prima volta infatti, che in Italia, ballerini professionisti, si esibiscono in un Trittico interamente dedicato alla fondatrice del famoso Cullberg Ballet.
Tra le figure più significative del balletto moderno europeo, Birgit Cullberg è considerata la madre della danza contemporanea svedese, che ha marcatamente segnato con la sua poetica e il suo stile. Donna di cultura, pittrice, laureata in letteratura all’Università di Stoccolma, decise soltanto a 27 anni che sarebbe diventata ballerina e dal 1935 al 1939 studiò danza moderna con Kurt Jooss e Sigurd Leeder, perfezionandosi successivamente a New York con Martha Graham. Debuttò con un primo gruppo nel 1939 e nel 1947 formò insieme a Ivo Cramer lo Svenska Dansteater, iniziando la sua attività di coreografa, subito contrassegnata dal suo capolavoro, Signorina Giulia (1950), entrato successivamente nel repertorio di molte compagnie internazionali (in Italia è eseguito dal Balletto della Scala).
Dopo essere stata, dal 1952 al 1957, coreografa principale del Balletto Reale Svedese, Birgit Cullberg nel 1967 ha fondato il Cullberg Ballet, prima compagnia ‘di giro’ svedese, per il quale ha firmato molti significativi lavori tra i quali Euridice è morta (musica di Ennio Morricone, 1968), Romeo e Giulietta (1969), Revolt (1973), La scuola delle mogli (1974), War Dances (1979).
Nelle sue opere Birgit Cullberg ha saputo fondere i suoi interessi per la letteratura e il teatro moderno nel genere del dancedrama, che con lei ha assunto una struttura agile ed essenziale, concentrandosi sull’osservazione delle problematiche sociali e interpersonali contemporanee: queste si sviluppano attraverso un vocabolario coreutico fortemente espressivo, nel quale si fondono efficacemente la tecnica classica e un interesse via via più accentuato per principi compositivi più liberi, appartenenti al modernismo e appresi dal suo maestro, Kurt Jooss.
Rilevante è stata anche la sua pionieristica attività di coreografa televisiva, che la portò a sperimentare in maniera audace i nuovi mezzi tecnologici. Di questo aspetto della sua attività rimangono alcune opere di grande valore: La Strega Cattiva (Premio Italia 1961), I am not You, Pulcinella e Pimpinella, Red wine in green glasses (Premio Italia 1971), Peer Gynt.
Le coreografie raccolte in questo Omaggio sono tre composizioni emblematiche di un arco creativo di oltre vent’anni e presentano al pubblico tre opere molto differenti tra loro come contenuti espressivi e narrativi.
Pulcinella e Pimpinella (1980), su musiche di Stravinskij, è un brano vivace e brioso: racconta l’amore di Pulcinella per Pimpinella, per la quale i genitori Pantalone e Pandolfina sognano un principe azzurro. Il travestimento da nobiluomo porterà a Pulcinella molti guai, ma il lieto fine è comunque assicurato.
Adamo ed Eva, su musiche del compositore svedese Hilding Rosenberg, è incentrato sul tema dell’eros. Esso narra la trasformazione da un amore innocente, ancora puerile, alla maturità della passione adulta di una coppia che, cacciata dall’Eden, in ultima analisi rifiuta sé stessa a quindi Dio.
Romeo e Giulietta (1969), la prima coreografia ‘occidentale’ di questo balletto, presenta una lettura introspettiva e psicologica del dramma dei due giovani amanti, lasciando in secondo piano gli aspetti più strettamente narrativi.