La protesta dei profughi si è spostata dalla Prefettura al Comune. In mattinata una trentina di profughi, quasi tutti ospitati al Ferrhotel, si sono presentati a palazzo Mercanti chiedendo di parlare con il sindaco. Ieri infatti una riunione tra prefetti che si è tenuta a Bologna aveva confermato la possibilità di dare 500 euro ad oguno degli stranieri. Questi ultimi hanno però ribadito di considerare la somma insufficiente. Paolo Dosi, avvertito dai funzionari, ha deciso di riceverli per ascoltare le loro richieste. Domani, infatti, scadranno i termini – dopo l’ultima proroga – per il loro mantenimento e dovranno lasciare le strutture che li accolgono sul nostro territorio. Durante il confronto tra il sindaco e una delegazione dei profughi, carabinieri, polizia e vigili urbani hanno presidiato l’ingresso del Comune. Al termine dell’incontro i profughi si soo detti insoddisfatti: “Continueremo a protestare. Anche dopo il primo marzo resteremo al Ferrhotel”. Dosi ha confermato di aver spiegato “che al momento è quello che il Governo può fare. Capisco umanamente la loro situazione, ma bisogna pensare che tutti i giorni in Comune arrivano persone che hanno perso il lavoro e che sono in difficoltà. Ho consigliato loro – ha proseguito il sindaco – di aderire alla rete Sprar che è di sostegno a situazioni di marginalità e che dà la prospettiva in tempi ragionevolmente brevi di avere un minimo di stabilità dal punto di vista dell’alloggio e di futuri inserimenti lavorativi (non necessariamente a Piacenza). Finora solo 19 hanno aderito. Capisco che 500 euro sono pochi, ma fungono da tampone. Abbiamo insistito anche perché i due minori con le madri accogliessero di entrare nella rete di accoglienza, ma si sono rifiutati. La nostra autonomia certo ci impedisce di poter intervenire economicamente. Ci dispiace molto”.