Centralina a San Salvatore, il Comune di Bobbio cerca di “blindare” l’area

La battaglia per San Salvatore prosegue e gli ambientalisti sono decisi a non mollare. In questi giorni, hanno fatto sapere, sono emese alcune importanti novità. Su tutte, che il Comune di Bobbio ha chiesto alla Regione di avere in concessione il manufatto su cui i progettisti vorrebbero costruire l’opera. “Questo passaggio è decisivo, perché, a norma di legge, qualora ci siano più richieste di concessione per uno stesso bene appartenente al Demanio (ora gestito dalla Regione), la richiesta fatta da un Ente pubblico deve avere priorità assoluta” ha spiegato Gian Marco Rancati di No Tube. Se dunque la legge verrà applicata, il Comune otterrà in concessione lo sbarramento esistente e non ci sarà più nessuna possibilità che il progetto venga approvato. L’iter di valutazione potrebbe dunque chiudersi rapidamente. Dall’altre parte però, il sindaco di Bobbio durante il consiglio Comunale del 15 febbraio scorso ha annunciato di avere avuto un incontro con i progettisti, che gli hanno ribadito la loro volontà di andare avanti col progetto, nonostante la ferma opposizione di tutta la Valle.

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Il comitato a difesa di San Salvatore, composto di molte realtà associative e di tanti cittadini della Val Trebbia, prosegue quindi la sua battaglia perché si arrivi in tempi rapidi a respingere il progetto.

Da oggi le firme, che sono già oltre 3mila, saranno raccolte anche on line sul sito www.salviamosansalvatore.it. “In questo modo tanti cittadini che amano il Trebbia – ha detto Rancati –  ma che magari abitano lontano dalla nostra Provincia, potranno aderire alla mobilitazione. Il comitato punta così a raggiungere le diecimila firme entro la fine di marzo”.

Il comitato sta poi seguendo l’iter burocratico della valutazione di impatto ambientale, che ha avuto inizio il 5 febbraio scorso e che avrà una nuova sessione tra due settimane. Hanno depositato in Provincia un corposo volume di osservazioni, redatte da naturalisti, ingegneri, geologi, economisti che dimostrano che il progetto contrasta apertamente con le norme (San Salvatore è area vincolata fin dalla legge Galasso del 1985) e che è insostenibile e incompleto da tutti i punti di vista. Presenteranno poi queste osservazioni in un incontro pubblico che si terrà a Piacenza tra due settimane. Nei prossimi giorni verrà presentato anche al Consiglio provinciale e ai Consigli Comunali della Val Trebbia un ordine del giorno contrario alla realizzazione dell’opera.