A fine dicembre 2012 il 7,2% delle imprese di Piacenza presentava un’alta rischiosità di generare insoluti commerciali nei confronti dei propri fornitori nei 12 mesi successivi, mentre un altro 43,49% si caratterizzava per una rischiosità media. Solo nel 8,59% dei casi si osservava una rischiosità bassa (nel 2008 era pari al 13,62% la percentuale di imprese totalmente affidabili) e, per il restante 40,72% del totale, medio – bassa. Il trend mostra un netto peggioramento negli ultimi 5 anni: la percentuale di aziende piacentine ad alto rischio è passata dal 5,12% di dicembre 2008 al 7,2% di Dicembre 2012. Nello stesso periodo, la percentuale di imprese con rischiosità bassa è calata dall’12,41% di Dicembre 2008 all’8,59% di Dicembre 2012. Tra le province emiliano-romagnole, Rimini evidenzia la concentrazione più alta di imprese a rischiosità elevata, pari al 9,07% del totale, seguita da Modena (7,91%), Bologna (7,89%), Parma (7,78%), Reggio Emilia (7,31%), Ferrara (7,27%) Piacenza (7,20%), Ravenna (7,10%) e, infine, Forlì, che con il 6,59% risulta essere la provincia con il livello più contenuto di imprese potenzialmente molto rischiose dal punto di vista commerciale. Nel complesso, tutte le province dell’Emilia Romagna si caratterizzano per una quota di imprese con bassa rischiosità potenziale migliore della media nazionale (pari al 6,08%): il ranking di dettaglio vede al primo posto Ravenna (con una quota pari al 10,56% del totale), Forlì-Cesena (9,71%) e Parma (9,47%). Seguono Ferrara (8,90%), Reggio Emilia (8,78%), Piacenza (8,59%), Modena (8,48%), Bologna (8,21%) e Rimini (8,13%). È quanto emerge dall’Osservatorio sulla rischiosità commerciale realizzato da CRIBIS D&B, società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che analizza il grado di affidabilità delle imprese italiane e la loro capacità di fronteggiare gli impegni presi nei confronti dei propri fornitori, con la conseguente probabilità di generare insoluti commerciali nei 12 mesi successivi.