Profughi: “Poche prospettive, mancato coordinamento regionale” – VIDEO

Una riunione per fare il punto sulla situazione dei profughi ospitati nelle strutture ricettive piacentine. Situazione molto complicata visto che il 28 febbraio scadrà la convenzione in base alla quale gli stessi profughi hanno vitto e alloggio gratis al Ferrohotel  in altri alberghi Piacentini.

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“Senza soldi e senza casa non sappiamo come fare a vivere” dicono di circa 70 stranieri, più che altro africani, che si trovano nelle nostro territorio. E chiedono circa 2mia o  3mila euro a testa per andarsene o comunque per trovare lavoro. Ma di fondi pubblici a quanto pare non ce ne sono. Ed  è questo il problema di cui si è discusso nel corso della riunione proprio al Ferrohotel, Alla presenza dei funzionari della prefettura, dell’Asl e del Comune che hanno tentato di trovare una soluzione quantomeno dal punto di vista assistenziale. Saranno presenti anche rappresentanti della Caritas diocesana. Pare infatti che nessuno dei profughi abbia mai richiesto la tessera sanitaria nonostante gli fosse stata data la possibilità. “A noi non interessa niente la tessera sanitaria- dicono alcuni – ci interessano solo i soldi che in altre città vengono date a chi  nella nostra situazione”.

Per ora la situazione è tranquilla anche perché lo spiegamento di forze di fronte alla struttura è notevole, con polizia e carabinieri. Di tutt’altro avviso Carlo Loranzi, gestore del Ferrhotel sull’oimpegno dei profughi per affrancarsi dalla loro situazione: “Tutti si sono dati fa fare, hanno trovato lavoretti precari, abbiamo anche tentato di utilizzarli in  lavori socialmente utili, poi problemi burocratici hanno impedito questo percorso – ha spiegato – molti hanno imparato l’italiano e hanno frequentato corsi di formazione, come la scuola edile. Sono mancati però i tirocini della Provincia e del Comune, a causa del mancato coordinamento della Regione, che poteva essere una buona esperienza per loro. Ad ora non ci sono prospettive e la campagna elettorale non aiuta la politica a fare delle scelte”.

Non si  è arrivati allo scontro fisico ma diciamo che la presenza della polizia e dei carabinieri è stata indispensabile questa mattina al Ferrohotel. Tensione alle stelle in occasione della riunione, l’ennesima, tra i profughi e le istituzioni in particolare la Prefettura il Comune e la Provincia. Una riunione che doveva servire per raccogliere ulteriori adesioni alla protocollo Sprar che permette ai profughi di essere inseriti in un circuito potenzialmente utile alla ricerca di un lavoro, magari in altre città italiane. “La proposta di inserimento in questo circuito tramite la firma di appositi moduli era già avvenuta due settimane fa”, come spiega l’assessore alle politiche sociali Giovanna Palladini del Comune. Su una settantina di profughi, tuttavia, hanno sottoscritto i moduli nelle ultime due settimane solo 17 immigrati. “Oggi volevamo permettere ai profughi di firmare-spiega la Palladini- illustrando di nuovo a tutti le possibilità di questo protocollo che di certo non risolve i problemi ma che può essere un aiuto. Del resto non compete alle istituzioni locali questo tipo di emergenza”. L’accoglienza tuttavia non è stata delle migliori, anche perché  i profughi probabilmente si aspettavano risposte più concrete a un problema che tra pochi giorni diventerà concretissimo rischiano di far esplodere una situazione già cronica. Ricordiamo che il 28 febbraio scade la convenzione che negli ultimi due anni, dall’origine della cosiddetta emergenza Nordafrica con le rivoluzioni della primavera araba, ha permesso ai profughi di vivere in strutture italiane con vitto e alloggio gratis.