Esattamente cinque anni fa monsignor Gianni Ambrosio, assistente generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, divenne vescovo insediandosi nella cattedra di Piacenza-Bobbio. Oggi alle 18,30 in Duomo, in concomitanza con la prima domenica di Quaresima, si celebrerà questo anniversario con una messa che sarà presieduta dallo stesso Ambrosio. Come da prassi il vescovo Ambrosio si recherà nella “visita ad limina” che ogni presule deve fare dal Papa ogni cinque anni. Il 26-27 febbraio prossimi sempre a Roma insieme con duecento piacentini il vescovo saluterà per l’ultima volta Benedetto XVI, prima delle annunciate dimissioni.
Eccellenza, oggi ricorre il quinto anno di insediamento nella Diocesi di Piacenza-Bobbio. Che bilancio traccia?“Anzitutto a Piacenza sto molto bene, mi sento a casa. Fin dall’inizio sono stato accolto molto bene dai piacentini, mi vogliono bene e io voglio bene a loro. Questo è l’importante. So anche, e lo constato spesso, che molti pregano per me e sento la gioia e la forza della preghiera. Ho potuto notare che questa “vigna” che mi è stata affidata dal Signore offre davvero buoni frutti: il volontariato, la carità concreta, la vicinanza a chi soffre, sono aspetti molti belli che attestano come la tradizione cristiana sia un patrimonio importante per la nostra vita. Bisogna fare leva su questi aspetti della nostra realtà piacentina”.
Oggi alle 18,30 celebrerà una messa, che messaggio lancerà alla nostra comunità?
“Un messaggio di speranza. Oggi il Vangelo ci presenta la vittoria di Gesù sulle tentazioni. Tentazioni che ci sono e sono difficili. Questo vuol dire che possiamo superarle con la forza e la grazia del Signore. Se siamo unti possiamo superare anche i momenti difficili, le grandi tentazioni che si presentano. Pensiamo anche alle difficoltà che il popolo del Signore sta passando per i mali del Papa che lo portato alle dimissioni e che potrebbero indurre il popolo della Chiesa a sentirsi smarrito. Invece è stato proprio lui a consegnarci un messaggio di fiducia. Se i Papi passano, il Signore resta. Noi dobbiamo continuare il cammino”.
Il 27 febbraio sarà a Roma a salutare il Pontefice con duecento piacentini. Che Papa dovrà essere il prossimo?
“In duecento esprimeremo al Papa la nostra gratitudine per la sua vita e il suo insegnamento, con grande sapienza biblica e con grande finezza intellettuale, il suo magistero non verrò mai meno. Il nuovo Papa? Che sia un uomo di Dio, che la sua fede possa confermarci nella fede e che abbia la capacità di guardare a tutti, perché il servizio del Papa è rivolto a tutti i popoli. Dovrà avere la fiducia del popolo e lui dovrà averla nei popoli. Questo è quello che io auspico”.
Sono ormai passati alcuni giorni dalla decisione storica di Benedetto XVI. Il prossimo Papa raccoglierà un’eredità pesante?
“Credo che la barca della Chiesa sia sempre stata in mezzo alle difficoltà e ai problemi, così come anche la barca della nostra vita. Tuttavia questa barca può arrivare al porto sicuro, proprio perché non è mai abbandonata dalla luce dello spirito. Dobbiamo avere uno sguardo più sapienziale che sa guadare oltre le difficoltà del presente. Uno sguardo di fiducia per la Chiesa e l’umanità intera”.