Commissione servizi sociali straordinaria, per i consiglieri e il sindaco di Piacenza, quella svoltasi nel pomeriggio al carcere delle Novate. Grazie all’impegno del presidente Giulia Piroli, la delegazione ha avuto un confronto con la direttrice della struttura, Caterina Zurlo. “Un incontro decisamente operativo – ha commentato il primo cittadino, Paolo Dosi – che ci ha permesso di assumerci almeno tre impegni”.
E’ stata il consigliere e presidente della Commissione 3 a spiegare il senso di questa iniziativa: “E’ nata alla luce della sentenza della Corte di Strasburgo. Se vogliamo applicare l’articolo 27 (funzione educativa della pena) dobbiamo garantire ai detenuti un futuro lavorativo”. In questo senso, ha spiegato Piroli, “avvieremo incontri con categorie economiche per vedere se c’è la possibilità di un reinserimento lavorativo”. Non solo, perché si è parlato anche del progetto delle “celle aperte”, cioè permettere ai carcerati di poter vivere maggiormente fuori dai ristretti spazi in cui sono reclusi (20 ore al giorno su 24). “Potrebbe diminuire i casi di autolesionismo” ha chiosato il presidente di Commissione.
I FRONTI DI INTERVENTO – Maggior coinvolgimento delle categorie imprenditoriali locali, per il reinserimento lavorativo per i detenuti, che per alcune categorie di lavoro possono risultare di interesse per le aziende. La possibilità di poter interagire con il centro di formazione Tutor comunale per intraprendere percorsi formativi e la volontà di aprire uno sportello anagrafe all’interno del carcere.
IL NUOVO PADIGLIONE – da quanto emerso durante la Commissione 3 in esterna alle Novate, è stato fatto il punto anche sulla nuova struttura in costruzione che dovrebbe contenere circa 200 detenuti (Il reparto psichiatrico, invece, conterrà 4-5 pazienti). “Siamo a buon punto e saranno dei locali modello” ha detto Dosi appena concluso l’incontro, aggiungendo che “avrà nuovi spazi e servizi essenziali che sono particolarmente carenti oggigiorno”. I lavori pare che saranno conclusi entro l’anno.
DEPENALIZZAZIONE REATI MINORI – Tra i consiglieri presenti, Carlo Pallavicini ha invece esortato “le parti politiche anche contrapposte a fare un passo in più sul discorso della depenalizzazione di determinati reati. E’ la posizione anche di altre carceri – ha spiegato – perché a causa della Fini-Giovanardi si finisce in cella per limitate quantità di stupefacenti. E’ un vulnus della nostra legislazione”.