“Infondate le criticità ravvisate da Giglio”. Fondazione, spunta memorandum

Dopo il dossier Giglio, spunta ora un memorandum anonimo ad arricchire la bagarre che si è scatenata intorno al rinnovo della cariche alla Fondazione di Piacenza e Vigevano e al patrimonio disponibile dell’ente. Stavolta, rispetto a quello diffuso nei giorni scorsi e rivendicato dall’aspirante presidente Giglio che lamentava il rischio di plusvalenze per 100 milioni di euro, il nuovo documento è di segno opposto e sostiene “che la posizione finanziaria della Fondazione non è compromessa né tale da imporre l’emersione di minusvalenze latenti minimamente comparabili con quelle indicate nella nota (circa 100 mln di euro)”.

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E’ un documento freschissimo, arrivato (o fatto arrivare) nei giorni scorsi sui tavoli degli ambienti istituzionali che contano. Di più. A differenza del dossier Giglio che si riferiva alla situazione di bilancio a fine dicembre 2011, questo analizza la situazione patrimoniale della Fondazione al 31 dicembre del 2012. Non è escluso che il memorandum sia stato fatto circolare allo scopo di controbilanciare e in parte fugare i dubbi alimentati dalle tre criticità contenute nella nota Giglio: “una eccessiva indisponibilità del patrimonio, la presenza di operazioni incoerenti con la finalità della Fondazione e l’esistenza di una posizione finanziaria squilibrata”.

Il documento, ricco di dati numerici e tabelle relative agli investimenti fatti dalla Fondazione, tende a smontare le criticità ravvisate dall’ex numero uno di Confindustria. Tra le tesi declinate: “E’ vero, il patrimonio presenta un certo grado di illiquidità”, ma chi scrive osserva “che, in base ai dati più recenti, la Fondazione dispone di oltre 108 milioni di euro di strumenti prontamente liquidabili a valori di mercato: 75 milioni di euro di obbligazioni bancarie, 19 milioni di euro di azioni quotate ad ampio flottante (Enel e Iren) e 15 milioni di euro di liquidità”. Nel finale si fa riferimento anche all’ormai celebre titolo Fresh del Monte dei Paschi di Siena emesso da Jp Morgan. “Esso – si legge – ha generato, senza alcun esborso da parte della Fondazione, incassi per due milioni di euro. Tuttavia per tale operazione, caldeggiata da Prometeia nel 2008, è in corso una causa giudiziaria verso Jp Morgan e Prometeia; in caso di soccombenza in giudizio da parte della Fondazione, ipotesi che gli avvocati considerano essere assai remota, si dovrà procedere al ritiro dell’obbligazione Fresh, il cui valore odierno si attesta intorno ai 5 milioni di euro, con una minusvalenza di circa 9 milioni”. Il documento si conclude facendo riferimento a 40 milioni di euro di svalutazioni (partecipazioni in Funivie Folgarida Marilleva e Banca Monte Parma). “Nonostante tali svalutazioni il patrimonio netto nel 2005 era pari a 381 milioni di euro mentre al 31 12.2012 è stimato in 372 milioni”.