Torna alla ribalta la vicenda dell’area ex Acna. La giunta comunale ha avviato le pratiche per l’appalto con il quale si individuerà l’azienda incaricata di effettuare l’operazione di caratterizzazione ambientale. In sostanza si tratta di un’operazione di indagine e analisi sul terreno su cui sorgeva la fabbrica chimica. Analisi votate ad ottenere una precisa panoramica della situazione del terreno e delle infiltrazioni tossiche. Un punto di partenza per il successivo intervento e per capire soprattutto come (e con quali costi) si dovrà intervenire. Entro il 28 febbraio le cinque aziende partecipanti dovranno presentare un piano di lavoro che verrà poi scelto dall’amministrazione. Le cinque imprese sono: Iren ambiente di Piacenza, Trs ecologia di Piacenza, con sede a Caorso, Furia di Fidenza, Isaf di Savona e Cecam di Firenze.
L’area dell’ex Acna ospitava uno stabilimento di lavorazioni chimiche. Dopo la chiusura si scoprì che i tanti anni di lavoro avevano lasciato una situazione allarmante nel terreno in fatto di infiltrazioni inquinanti. Ne derivò anche un intricato braccio di ferro tra il Comune e le società precedentemente incaricate della bonifica. I lavori di bonifica infatti si fermarono a seguito della situazione in cui si erano venute a trovare le società lottizzanti, a cominciare dal fallimento di una di esse, e del complesso intreccio di azioni legali che ne sono scaturite.
La situazione è problematica poichè New-Co era fallita, mentre la società Porta Borghetto era stata messa in liquidazione volontaria: di fatto i proprietari delle aree oggi non garantiscono più l’esecuzione della bonifica, e tanto meno l’attuazione del piano urbanistico.
Secondo il Comune e secondo le giunte precedenti all’amministrazione Dosi, tuttavia, permangono in capo ad esse i doveri di proprietari. Da qui il lungo iter legale che di fatto ha rallentato per parecchio tempo i lavori di bonifica, causando più di un allarme da parte dell’Arpa.