Di Pietro a Piacenza: “Restituire dignità agli italiani”

Parla in “dipietrese” con la stampa e con la platea che affolla S. Ilario ma prima di intrattenesri coi giornalisti ascolta le ragioni di un gruppo di esodati che lo accoglie al suo ingresso in sala.

Radio Sound

E’ un Antonio Di Pietro in formissima quello che  stasera ha presentato i candidati piacentini della lista “Rivoluzione Civile – Ingroia”: Stefano Zammatti per la Camera, Luigi Gazzola, Gabriele Cattivelli e Carmine Rotatore per il Senato. Quest’ ultimo è il ferroviere che è stato per oltre 50 giorni sulla torre faro al binario 21 di Milano Centrale.

Il “Tonino” nazionale non si risparmia ai cronisti che lo incalzano: “Se Berlusconi promette di restituire l’ IMU, lei cosa promette”? è la prima non facile domanda a cui risponde da par suo l’ ex PM di Mani Pulite: “Mi sto impegnando da anni per restituire la dignità agli italiani di fronte a una politica che non è più credibile, specie quando abbiamo a che fare con soggetti come Berlusconi che, in pratica, compie un’estorsione e una truffa ai danni degli italiani perchè compra il loro voto dicendo se mi votate vi rido’ i soldi indietro. Delle due l’una: o obbliga il cittadino a votarlo per avere qualcosa e quindi è un’estorsione, oppure è una truffa, come io penso, perché non ha nulla da ridare.” Di Pietro poi sposta la sua attenzione su Bersani e sulla sua giornata berlinese.

“A me interessa lanciare un allarme – ha proseguito – oggi c’è stato un chiarimento importante e cioè Bersani ha detto dalla Germania che si farà un’alleanza con Monti. Allora io credo che il vero voto utile sia quello per Rivoluzione Civile, perchè le alleanze si faranno dopo le elezioni. Un forte risultato di Rivoluzione Civile potrà riportare sulla retta strada un centrosinistra che ha perso la sua ragion d’essere: quella di stare dalla parte delle fasce sociali più deboli e degli onesti e non di appoggiarsi a Monti che rappresenta l’ elite e le lobby finanziarie. Quel che contestiamo a Monti è il modo con cui ha fatto quadrare i conti, facendo pagare proprio i più onesti e i più deboli”.

De Magistris a Napoli, Ingroia e poi Di Pietro. Ha ragione Berlusconi quando afferma che questo è un partito di giudici?

“Di fronte a un parlamento in cui ci sono attualmente più di 160 deputati con problemi di giustizia – ha detto Di Pietro – forse se c’è in parlamento qualche magistrato in più e qualche delinquente in meno non guasta. Io credo che portare la propria esperienza sia un fatto positivo. Per quanto mi riguarda – ha proseguito – mi sono dimesso dalla magistratura tre anni prima di fare politica, lo stesso ha fatto De Magistris. Il fatto di poter mettere a disposizione dei cittadini la mia professionalità è positivo. Finora le professionalità che abbiamo visto sono quelle di Dell’Utri, Previti e compagnia bella. Non mi pare che siano professionalità da prendere come punti di riferimento”.

Alla nostra domanda su Tangentopoli e sul fatto che non sia mai finita, Di Pietro ammonisce: “Attenzione, quello che sta accadendo adesso è un’evoluzione di Tangentopoli. Ai miei tempi c’era la Tangentopoli che si vedeva. La prima mazzetta, in gergo corpo di reato io l’ho presa materialmente all’ interno di un cesso, avvolta nella carta igienica. Ora c’è l’ ingegnerizzazione del sistema, tutto è inglesizzato: ci sono le royalties che vengono prese dai traders perchè fanno broking ma sempre mazzette sono”.  

Infine una battuta sugli esodati che hanno accolto Di Pietro al suo ingresso in sala. Tra loro c’era anche Alessandro Cremonesi, ancora una volta, ma stavolta senza la maglietta con la scritta “Fornero vattene” ma con un cartello al collo con su scritto “ESODATO” in grande, in rosso, in maiuscolo.

Con lui una decina di persone nella sua stessa condizione. Ne abbiamo ascoltata una, Patrizia Gregori, il cui intervento è cliccabile in basso alla pagina.

Su di loro Di Pietro ha spiegato che quella degli esodati è una questione che grida giustizia. Questi signori stavano alla soglia della pensione e ora non possono nè andare in pensione nè lavorare. “Cosa mangio? Pane e aspettativa? Ecco un altro esempio di leggi all’ italiana che sono fatte solo per far quadrare i conti ma senza vedere a chi viene presentato il conto”.