«Troppo amianto deteriorato nelle case private. Va incentivata la bonifica»

Il tema è l’amianto. Un tema delicato perché tocca la salute delle persone, perché di persone ne coinvolge tantissime (tra gli anni sessanta e settanta i pannelli ondulati di eternit si usavano ovunque) e anche perché l’informazione in proposito non è spesso adeguata. Per fare in modo di vederci più chiaro e per trovare soluzioni condivise che potessero portare verso l’incentivazione della bonifica di quelle aree che ancora sono piene d’amianto è stata convocata oggi in Comune la commissione consiliare 2, nata per trattare di assetto e utilizzazione del territorio.

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A presiedere Guglielmo Zucconi (Piacenza Tutta) e a introdurre i lavori è stata Laura Rapaccioli (Pd), prima firmataria per la richiesta di convocazione della commissione stessa. «Sono argomenti importanti – esordisce – sui quali vale sempre la pena dibattere pubblicamente, soprattutto quando funzionari competenti possono chiarire alcuni aspetti di fondamentale importanza». L’intento, secondo la Rapaccioli, è quello di trovare incentivi, di qualsiasi tipo, magari sotto forma di finanziamenti o di agevolazioni, per fare uscire allo scoperto le situazioni potenzialmente pericolose che oggi potrebbero rimanere nascoste, soprattutto in edifici privati, per timore di dover spendere capitali o per incappare in guai. E ciò per quanto riguarda gli edifici privati. Ma c’è tutto la questione degli edifici pubblici che va risolta. Esiste una mappatura? Si sono mai verificati problemi? E poi lo smaltimento? Come si svolge? L’amianto smaltito dove va a finire?

Tutte domande che sono emerse nel corso dell’assemblea e che, secondo il consigliere Marco Tassi, capogruppo del Pdl in Comune, potevano tranquillamente costituire l’oggetto di un’interrogazione a risposta scritta senza bisogno di convocare una commissione «per poi trovarci qui – ha detto – a non sapere di cosa parlare perché manca la base, mancano le informazioni. Le commissioni servono per dibattere sulle soluzioni e non per conoscere il problemi. Oggi si è buttato via un migliaio di euro di denaro pubblico sostanzialmente per nulla».

Andrea Gabbiani, del Movimento 5 Stelle, ha ricordato la recente segnalazione, finita anche sui giornali, di un edificio coperto di amianto di fianco alla scuola Anna Frank di via Millo.

Molta carne al fuoco, dunque. A mettere qualche paletto c’hanno pensato due funzionari del Comune, Gaetano Fedele e Daniela Rossi, del settore ambiente. «La presenza di amianto degli edifici non comporta di per sé un pericolo per la salute delle persone – hanno detto come premessa indispensabile – Nel senso che il materiale contenente amianto deve essere danneggiato, friabile, sgretolato; in quel caso le fibre possono finire nell’aria e di conseguenza nei polmoni di chi si trova in zona, con tutte le potenziali conseguenze negative che si conoscono».
In altre parole, se le lastre d’amianto non sono rotte il pericolo non esiste.

La cosa però non convince del tutto altri consiglieri, come Marco Colosimo (Piacenza Viva): «Non voglio trovarmi ammalato tra trent’anni perché si verrà a sapere che un controllo ogni tre anni, come oggi prevede la norma, era troppo poco».
Giulia Piroli (Pd) ricorda che i tumori ai polmoni sono in aumento anche dalle nostre parti, «eppure non siamo Casale Monferrato dove si produce l’eternit».

I paletti fissati dai dirigenti comunali chiariscono come di fatto il Comune non abbia competenza specifica su problematiche di questo genere. Da un lato la norma non fornisce in effetti strumenti particolarmente efficaci, dall’altro il sindaco – che è la massima autorità in materia di salute pubblica nel suo comune – può intervenire con un’ordinanza specifica sono in presenza di una segnalazione di pericolo dal parte dell’Asl. Altrimenti non può muovere un dito. E ad oggi di problemi nel Piacentino – ed è una buona notizia – non ce ne sono mai stati.

Di amianto, tuttavia, ce n’è parecchio. Ed è questo il nodo della questione, e lo tocca il consigliere Gabbiani: «Sono tantissime le abitazioni private in cui c’è amianto – dice – anche in centro storico, nei sottotetti; e in molti casi è tutt’altro che in buone condizioni. Si tratta di case in cui vivono persone, ci sono uffici.. E’ un problema che va risolto».
Come? Qualche proposta è arrivata ma ci sarà da lavorare ancora un bel po’. Sempre Gabbiani, ad esempio ha proposto di dirottare i fondi per il rifacimento di viale Dante – a quanto pare non troppo gradito – su interventi di questo genere, per incentivare la bonifica delle case private. Ma subito i funzionari comunali hanno messo le mani avanti: quei fondi sono regionali e sono vincolati a realizzare piste ciclabili e opere del genere.