Nel giorno di San Francesco di Sales si è tenuta nella sala affreschi della Curia Vescovile il tradizionale appuntamento con la festa dei giornalisti. Oltre al vescovo Gianni Ambrosio erano presenti anche Carla Chiappini, vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti Emilia Romagna, e Fabio Zavattaro, vaticanista Rai. “La verità è un elemento che deve animare il nostro mestiere. Il modo di comunicare è molto cambiato. La capacità di avere notizie da fonti più strane ci consente di essere sull’avvenimento in tempo reale per raccontarvi. Però c’è bisogno della mediazione, del lavoro del cronista”. L’ospite ha poi parlato di Chiesa “cosa non facile”. “Tutti fanno riferimento al Concilio di 50 anni fa. Da quel giorno la Chiesa si è messa a riflettere sulla comunicazione ed è cambiata. Inizia a dialogare. Oggi è più facile seguire i politici che il Papa. Giovanni Paolo II acconsentì spesso, con Benedetto XVI è un po’ più difficile. Bisogna riuscire a fare emergere i veri contenuti dei fatti, dei documenti, dei testi”.
“Fede, speranza, carità sono i principi che accomunano papà Luciano e Benedetto XVI. Papa Giovanni Paolo II comunicava con gli sguardi, con i gesti, aveva un carisma straordinario. “Con i giornalisti non era mai banale, sapeva fare benissimo sintesi. Quel silenzio dell’ultimo giorno in cui apparve al davanzale. Con Papa Ratzinger le cose sono cambiate. La pubblicazione in lingua araba del discorso di Ratisbona cambiò la storia del suo pontificato. L’inizio del suo pontificato fu costellato da una serie di problemi. In questi otto anni Benedetto ha fatto molto, ci ha aiutato a leggere in modo diverso la realtà che abbiamo di fronte. Come quella sui social network. Secondo il Papa il dialogo deve continuare guardandosi negli occhi. Oggi è una Chiesa che manda i messaggi al mondo, che va incontro alle persone”.