“Occorre spiegare agli italiani qual è la vera scelta di fronte a cui ci troviamo oggi e ci troveremo il 24 febbraio. La scelta tra l’andare avanti per questa strategia europea disegnata da Monti insieme ai nostri partner europei per uscire dalla crisi oppure tornare indietro”.
Ha esordito così il giuslavorista Pietro Ichino che questa sera ha incontrato in S. Ilario i candidati piacentini della Lista Monti per l’ Italia, Giulio Gravaghi e Giuliana Rapacioli in lizza per la Camera e Filibertu Putzu per il Senato.
La crisi, per Ichino, ha anche un aspetto positivo: dare un colpo di reni che chi consenta di riportarci in asse con gli standard europei .
Sulla paternità dell’ Agenda Monti, il giuslavorista ha poi spiegato che le idee buone devono essere prese, da qualsiasi parte provengano. “Noi abbiamo bisogno di correggere quei gravi difetti che hanno appesantito il paese negli ultimi decenni”.
Mentre sulla riforma del lavoro, Ichino afferma che per i 2/3 è da completare. La riforma Fornero ha fatto quello che i governi precedenti non hanno fatto, introducendo anche norme di contrasto al precariato che hanno valore positivo solo se, nel contempo, alle imprese si offre un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, meno costoso e più flessibile.
La legge Biagi, poi, non va cambiata perchè in realtà diceva molte cose simili alla legge Fornero la quale non ha fatto altro che rafforzare questi principi impedendo gli abusi. Un esempio citato da Ichino è quello dei contratti di collaborazione autonoma in una posizione di dipendenza, ammissibili solo in presenza di un progetto che abbia un inizio e una fine.
“La legge Biagi li contemplava già. Il problema è che oggi queste centinaia di migliaia di posizioni debbono essere riassorbite nell’ area del lavoro dipendente e questo, con il diritto del lavoro attuale, sarebbe impossibile per via dei costi che le imprese non riuscirebbero a reggere. Occorre semplificare quindi il diritto del lavoro e ridurre il costo del lavoro a parità di retribuzione”.
Sempre a proposito di lavoro, in S. Ilario era presente un esodato che indossava una maglietta con il chiaro messaggio “Fornero vattene”. Abbiamo approfittato della sua presenza per chiedere a Ichino un parere proprio sul tema degli esodati.
“Quando parliamo di esodati si parla di lavoratori che hanno rinunciato a un posto di lavoro con la prospettiva di avere di lì a poco una pensione. La riforma del dicembre 2011 prevedeva l’ applicazione delle vecchie norme a tutti coloro che sarebbero andati in pensione nel 2012. Abbiamo poi provveduto a salvaguardare tutti coloro che, con le vecchie norme, sarebbero andati in pensione nel 2013 e 2014. Per tutti gli altri, quelli che hanno rinunciato al lavoro prima del 2011 con la prospettiva di andare in pensione con le vecchie norme nel 2015, 2016 e 2017, non dobbiamo tornare indietro rispetto alla riforma prepensionando tutti ma dobbiamo offrire un trattamento di disoccupazione robusto ma condizionato alla disponibilità del cinquantenne o sessantenne, se non ha ancora la pensione, a rientrare nel tessuto produttivo se gli si offre una possibilità commisurata alle sue capacità.”
Non è possibile consentire a un lavoratore di andare in pensione a 58 o 59 anni. “Questo è sbagliato e ci farebbe considerare dai partner europei come dei buffoni, che promettono una cosa e poi ne fanno un’altra”.
Probabilmente non è così d’ accordo l’ esodato Alessandro Cremonesi che abbiamo ascoltato prima di Ichino. Il suo intervento audio lo trovate in basso alla pagina.
Questa sera in S. Ilario era presente anche il capo della comunicazione della Lista Monti, il prof. Lelio Alfonso che al microfono di Andrea Crosali ha spiegato come si fa a comunicare la politica. Anche in questo caso l’ intervista è tra gli audio in basso alla pagina.