Domenica alle 14 e 30 l’Atletico Bp di Mr Arnaldo Franzini, sempre in vetta alla classifica, dovrà tornare in campo per affrontare la trasferta di Riccione nella gara valida per la terza di ritorno di campionato. I romagnoli dopo un avvio da incubo legato anche a problemi societari, hanno trovato qualche risultato positivo che ha loro consentito di uscire dal pantano rappresentato dall’ultimo posto in classifica. I biancazzurri sembrano però poter ripiombare nel baratro: le poche certezze economiche hanno portato una buona parte dei titolari ad abbandonare la rosa negli scorsi giorni.
Riccione. Storia:
Sorta nel 1929 come Associazione Calcio Riccione, la società romagnola ha svolto fino al 1943 attività calcistica episodica, ovvero tornei amatoriali. Per il debutto ufficiale nel calcio che conta bisogna aspettare la fine del secondo conflitto mondiale; nel 1945 il Riccione viene inserito in Serie C. Tre anni nella terza serie che portano alla discesa nel ’48 in Promozione. Non è certamente un periodo sfavillante per i biancoblù, che nel 1950 cadono in Prima Divisione. Servono tre anni affinché la squadra riminese riparta, salendo nel 1953 in Promozione e venendo quattro anni dopo ammessa al neonato campionato dilettanti. Nel 1959 il Riccione viene promosso in Prima Categoria, inaugurando un periodo con discreti successi sportivi: nel 1963, infatti, tramite ripescaggio arriva la Serie D. Nell’allora quarta serie italiana il club romagnolo disputa stagioni di alto livello, ma la promozione giunge solo al termine del’annata 1972-73 vincendo lo spareggio nel derby con il Bellaria. Cinque anni in C con la riforma dei campionati nel 1978 che declassa i riccionesi nella nuova Serie C2. Da qui iniziano stagioni complesse e con delusioni; nel 1980 il sedicesimo posto retrocede la squadra in Interregionale, dove vi resta fino al 1987 mancando più volte di un soffio il ritorno nella categoria sovrastante. Il ritorno nella quarta serie dura quattro anni, a prolungare il soggiorno del Riccione in C2 ci si mette anche il ripescaggio del 1989. La ricaduta in D e gli anni novanta vedono tante beffe con promozioni solo sfiorate e il cambio di denominazione nel 1992 in Valleverde Riccione Football Club. Nel 2000 vi è l’onta della retrocessione in Eccellenza, ma i ripescaggi salvano la società romagnola che vive una situazione analoga nel 2006 dopo la sconfitta nel playout contro i rivali del Cattolica. La beffa però è rimandata solo all’anno successivo, interrompendo ben sedici anni di partecipazione ininterrotta alla Serie D da parte dei biancoblù. Il 2007-08 vede il salvataggio in extremis dei romagnoli dalla seconda retrocessione consecutiva, visto il successo al playout sulla Dozzese. Dopo aver rischiato il doppio crollo, il Riccione riparte e torna in D al termine dell’annata successiva, ottenendo poi la permanenza in categoria sconfiggendo ai playout il Castel San Pietro. Nel 2010 però la vecchia società, visto il fallimento del Rimini, decide di trasferirsi nel capoluogo per trasformarsi nel Real Rimini, progetto che fallirà in pieno nel giro di due anni. A Riccione il calcio non muore; la famiglia Batani acquista il titolo sportivo del Del Conca, club del paese di Morciano di Romagna, restituendo alla cittadina della Riviera almeno l’Eccellenza. La neonata Associazione Sportiva Dilettantistica Riccione vince subito il suo campionato, tornando in D con una buona salvezza a referto nel 2011-12.
Percorso:
l’avvio dei romagnoli si caratterizza per un fatto senza precedenti: il Riccione si è infatti presentato alla prima gara di campionato con 2 diverse formazioni. La prima faceva riferimento al presidente Galli, la seconda a Paolo Croatti. Sono volate parole grosse ed anche qualche schiaffo. Il direttore di gara ha sospeso la partita assegnando il 3-0 a tavolino al Tuttocuoio ed un punto di penalità al Riccione: era l’inizio di una fase tragicomica. I problemi interni hanno reso i biancazzurri decisamente non competitivi per tutta la prima fase di campionato; risultato: 9 sconfitte consecutive fra cui spiccano l’eclatante 7-0 rifilato proprio dai ragazzi d Franzini ed il roboante 12-0 patito con il Mezzolara. I primi punti arrivano con il pareggio per 2-2 con la Fortis Juventus, quindi due vittorie consecutive ai danni di Lucchese e Forcoli. Da quel momento i romagnoli, che pur hanno perso diversi giocatori a causa delle mancate garanzie economiche, hanno condotto un campionato regolare. Con 14 punti gli uomini di Benedetti hanno raggiunto il Rosignano al terzultimo posto e potrebbero concretamente lottare per la salvezza, cosa quasi impensabile dopo le prime dieci gare di campionato, se non fosse per i tanti abbandoni di uomini di spicco proprio nell’ultimo mese.
Tuttocuoio San Miniato – Riccione 3-0
Riccione – Pistoiese 0-6
Atletico Bp – Riccione 7-0
Riccione – Virtus Castel Franco 1-3
Mezzolara – Riccione 12-0
Riccione – Camaiore 1-3
Fidenza – Riccione 2-0
Riccione – Formigine 0-1
Rosignano Sei Rose – Riccione 3-1
Riccione – Fortis Juventus 2-2
Lucchese – Riccione 1-2
Riccione – Forcoli 1-0
Bagnolese – Riccione 1-2
Riccione – Real Spal 1-2
Atltetico Castenaso Van Goof – Riccione 1-1
Riccione – Massese 0-1
Virtus Pavullese – Riccione 0-2
Riccione – Tuttocuoio San Miniato 2-3
Pistoiese – Riccione 1-1
Rosa:
il termine più accattivante per descrivere la situazione nello spogliatoio del Riccione è smantellamento. Come detto diversi giocatori hanno fatto le valige, fra questi il top scorer Lombardi che aveva realizzato ben 5 reti in campionato e Valenti con 2 segnature all’attivo. Ha lasciato la squadra anche il difensore 26enne Tobia Melis, spesso migliore in campo. I romagnoli sono costretti ad affrontare il girone di ritorno con elementi di seconda scelta e, viste le premesse, la salvezza pare veramente complicata. Uno dei pochi arrivi è rappresentato da Salvatore Angiò, difensore classe 1990, ex Milazzo (Lega Pro)
Modulo:
Andrea Benedetti schiera la sua squadra con un classico 4-4-2, molto equilibrato e coperto. Dopo le varie rivoluzioni subite da settembre in avanti, il team romagnolo si poggia molto sui giocatori acquistati dal Taranto, ovvero Bufalino, Schena e Cosa. Il primo, esterno di centrocampo, ha portato fantasia e imprevedibilità, invitando spesso in corsa la squadra biancoblù a passare a un 4-3-1-2 essendo il giocatore siciliano in grado di tagliare per vie centrali. Nel cuore del campo Schena, con Petrucci, da equilibrio e senso tattico alla mediana di Benedetti mentre Cosa ha completato l’avanti di corazzieri con Andrea Agostini. La difesa, infine, non concede grandi propulsioni sugli esterni, visto che sia Angiò che Chiarini sono terzini prettamente difensivi.
Ultima formazione: Cunzi, Angiò, Poponcini, Meme Seye, Chiarini, Morena, Schena, Petrucci, Cosa, Bufalino, Agostini. All. Benedetti