Premio Ubu e Premio Hystrio alla regia ad Antonio Latella, Premio Hystrio all’interpretazione e Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice protagonista a Laura Marinoni, Premio Ubu e Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice non protagonista a Elisabetta Valgoi. Uno spettacolo che sin dal debutto ha riscosso un caloroso successo di pubblico e critica. Si tratta di “Un tram che si chiama desiderio”, prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatro Stabile di Catania, in cartellone al Teatro Municipale di Piacenza martedì 22 e mercoledì 23 gennaio 2013 alle ore 21 per la Stagione di Prosa 2012/2013 “Tre per Te” organizzata da Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione, direzione artistica di Diego Maj, con Fondazione Teatri di Piacenza, Comune di Piacenza – Assessorato alla Cultura e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Cariparma, Iren Emilia.
In scena Laura Marinoni, Vinicio Marchioni, Elisabetta Valgoi, Giuseppe Lanino, Annibale Pavone e Rosario Tedesco. La traduzione del testo di Tennessee Williams è di Masolino D’Amico, le scene di Annelisa Zaccheria e i costumi di Fabio Sonnino.
Il testo che Tennessee Williams compose nel 1947 è noto al grande pubblico soprattutto grazie al lungometraggio di Elia Kazan di cui sono protagonisti Marlon Brando e Vivien Leigh. Ambientato nella New Orleans degli anni ’40, ha per protagonisti Stanley e Stella, una coppia il cui equilibrio viene messo a rischio dalla sorella di lei. Stanley, un rude polacco dai modi burberi giunto a New Orleans da qualche anno, è un uomo di grande forza che è travolto da una passione carnale per la moglie Stella. A turbare questo equilibrio giunge la sorella di Stella, Blanche, una donna dai molti lati oscuri che pian piano andrà svelando, fino a che, alla fine della vicenda, giunge alla pazzia e viene ricoverata in manicomio, mentre la coppia, la cui pace familiare sembra allietata dalla nascita di un bambino, sembra arrivare ad un punto di rottura per l’incapacità di Stella di accettare il destino della sorella, il cui crollo è dovuto in larga parte alle forti pressioni esercitate su di lei da Stanley.
“Un tram che si chiama desiderio” non è soltanto un viaggio introspettivo nella mente di una donna ferita ma anche la fotografia di un conflitto tra due mondi inconciliabili: l’uno, aristocratico e decadente, che si ostina a vivere nell’illusione di un passato glorioso (Blanche); l’altro, proletario e rampante, che cavalca con fierezza il sogno americano (Stanley). Williams ambienta questo scontro all’interno di una società in pieno mutamento all’indomani della seconda guerra mondiale, descrivendone vizi e illusioni in graduale disfacimento.
Ma la sorpresa dell’allestimento che vedremo al Municipale è proprio la rivisitazione che Latella – regista tra i più innovativi, considerato una delle figure di spicco del teatro italiano – propone di questo testo ‘classico’ della drammaturgia contemporanea. «Gli spettatori – spiega Latella – vedranno l’intero dramma accadere nella testa di Blanche, come se si trattasse della memoria di una vicenda filtrata dai suoi occhi. Credo che da questa prospettiva il testo possa assumere una dimensione contemporanea: la sua mente diventa il luogo dell’azione, lo spazio scenico».