Processo Bazzoni: “Gioielli per evitare controlli dell’Agenzia delle Entrate”

Registrazioni nello studio del commercialista e dichiarazioni di accusa nei suoi confronti sono state il cuore dell’udienza del processo che vede imputato, per estorsione e millantato credito, il commercialista Carlo Bazzoni. In aula ha deposto come testimone Alfredo Ferrari che, con il fratello Andrea, era della società Fms. Nel 2007 la Fms avrebbe pagato 10mila euro in gioielli a due funzionarie dell’Agenzia Entrate (già condannate entrambe) e versato altri 15mila euro al professionista, che si era offerto di intervenire per ammorbidire i controlli fiscali.

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Il commercialista, secondo l’imprenditore, avrebbe detto che la ditta rischiava pesanti sanzioni fiscali a causa di alcune irregolarità. Nel frattempo, le due funzionarie chiedevano soldi, in gioielli, per appianare alcuni problemi sempre con il fisco. E’ durata ore l’audizione del testimone, sentito prima a lungo dal pm Antonio Colonna, dai difensori di Bazzoni (gli avvocati Luigi Stortoni e Paolo Fiori) e dai propri legali di parte civile (Enzo Faraone e Massimiliano Ielo, del Foro di Catania, che assistono i fratelli Ferrari).

Ferrari, davanti al collegio dei giudici presieduto da Italo Ghitti, ha ricordato come dopo le richieste di pagamento delle due donne (specificarono di volere gioielli), l’amministratore della ditta Fms si recò in un negozio del centro e acquistò gioielli per un valore di diecimila euro.

Bazzoni, secondo Ferrari, avrebbe avuto 15mila euro dalla Fms con la promessa di ammorbidire i controlli a causa di conoscenze che lui aveva all’Agenzia Entrate: “Denaro – ha detto Ferrari – che a detta di Bazzoni sarebbe servito per le due funzionarie delle Entrate e per chi stava sopra di loro”.

I difensori di Bazzoni hanno più volte contestato alcune domande del pm e alcune dichiarazioni di Ferrari, e sottolineato come i due fratelli non siano mai stati soci né amministratori della Fms e che quindi era strano che avessero pagato per ammorbidire controlli su un’azienda non loro. Infine, dopo l’ennesimo scontro, sull’ammissibilità o meno di alcune domande della difesa, tra Fiori e il pm, il presidente Ghitti ha sospeso l’udienza.