In quale comune della nostra provincia converrebbe risiedere per ridurre le spese, pagare meno tasse o giovarsi di tariffe più basse? Pare sia Caminata, in montagna, con 387 euro di spesa media annuale per famiglia tenendo conto di rifiuti e acqua, visto che Imu e Irpef non ci sono. Borgonovo invece, con 892 euro all’anno (comprensivi di Imu, la più alta del territorio, e Irpef) è il comune piacentino meno “conveniente”.
La fiscalità e la tariffazione dei servizi locali non costituisce di certo un fattore di competizione territoriale come in America ma l’autonomia impositiva dei comuni finisce già per disegnare una provincia con differenze sensibili, verso le quali la sensibilità dei residenti, in particolare delle famiglie, è destinata ad aumentare. Se n’è parlato oggi alla Cattolica nel corso di un convegno dedicato alla prima presentazione dei dati dell’Osservatorio socio economico della Cisl di Piacenza. L’iniziativa, rivolta agli amministratori e ai ricercatori, è stata dunque l’occasione per rendere pubblici i risultati dell’analisi di raffronto su alcuni elementi che hanno caratterizzato la tassazione/tariffazione locale nella provincia di Piacenza: Imu, Irpef comunale, Tarsu/Tia, Servizio Idrico; un’analisi curata dal ricercatore Marco Randazzi dell’ateneo piacentino.
Il quadro che ne esce, come si diceva, è decisamente variegato con differenze notevoli tra un comune e l’altro. Piacenza, nel cui territorio comunale risiede la metà circa della popolazione della provincia, è sempre nella fascia alta per quanto riguarda i contributi che gravano sui cittadini. Tra i comuni più cari, oltre a Borgonovo, ci sono Gossolengo e Carpaneto per quanto concerne la spesa assoluta. La montagna in genere è quella meno cara anche se – come ha sottolineato Ivan Bersani, segretario provinciale della Cisl – è lì che i redditi famigliari sono in assoluto più bassi. Ecco perché i quasi 600 euro di Ferriere, dove il reddito medio è di circa 16mila euro all’anno, pesano ben di più (3,7%) degli 860 euro di Piacenza dove il reddito medio per famiglia supera i 33mila euro e incidono dunque per il 2,5%.
Un caso particolare è quello di Caorso dove le spese sono già basse in assoluto (456 euro annui a famiglia) e perdipiù il reddito medio è decisamente alto: supera i 31mila euro. L’incidenza è dunque più bassa dell’1,5%.
“Serve più proporzionalità – sottolinea Marina Molinari, segretario generale della Cisl di Piacenza – e ciò deve valere come considerazione di massima, al di là dei casi particolari. Chi ha di più deve versare di più, e viceversa chi ha meno deve versare in proporzione. Oggi questo principio viene rispettato poco”.