Ikea, il Si Cobas torna alla carica: “istituzioni e coop confondono le acque”

E’ atteso per domani, lunedì 7 gennaio, un incontro in Comune tra i rappresentanti del Si Cobas, del consorzio di cooperative che lavora nel Polo logistico piacentino per conto di Ikea e dell’azienda stessa con le istituzioni, sindaco su tutti. Un incontro rispetto al quale c’è molta attesa, soprattutto da parte del sindacato autonomo che nelle scorse settimane ha organizzato i picchetti, ormai famosi, protestando contro presunte discriminazioni di trattamento in busta paga tra operai e operai. Picchetti ai quali erano poi seguite sospensioni di alcuni lavoratori che i vertici Cobas ritengono inaccettabili.

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In attesa dell’incontro di domani, Aldo Milani, segretario del Si Cobas ha inviato alla nostra redazione un comunicato nel quale si spiega la posizione attuale dell’organizzazione e le aspettative per domani.

 

IL COMUNICATO DEL SI COBAS

Il sindacato SI COBAS rende noto che dagli articoli apparsi nei giorni scorsi sui media in relazione alla movimentazione resa dai dipendenti presso i centri di logistica IKEA a Piacenza, la posizione del sindacato non è ad oggi cambiata.

Nonostante gli interventi delle istituzioni che cercano di confondere le richieste rese dai lavoratori, preme precisare che il SI COBAS ha come unico obbiettivo l’ingresso di quei lavoratori che senza alcun motivo sono rimasti esclusi dall’assetto organizzativo aziendale presso le cooperative di riferimento.

Questi lavoratori chiedono di tornare a lavorare in ottemperanza dei contratti firmati, nonostante sia i datori di lavoro che le istituzioni cerchino, anche con false affermazioni, di rimandare i reingressi spingendo per il riconoscimento di una cassa integrazione che in virtù di accordi (che prevederebbero una definizione dell’orario su base multi-periodale chiaramente in contrasto con la richiesta e l’utilizzo della cassa integrazione) mai mostrati né ai sindacati né ai lavoratori coinvolti nella vicenda dovrebbe essere riconosciuta indipendentemente dall’assetto organizzativo aziendale.

Se queste cooperative stanno lavorando per IKEA devono rispettare i contratti e far ritornare tutta la forza lavoro regolarmente assunta senza alcuna discriminazione.

E’ sintomatico, per non dire imbarazzante come qualche capetto con l’”aiuto” dell’ IKEA abbia,  in questi giorni, fatto una raccolta firme tra i dipendenti delle cooperative e dell’Ikea per chiedere loro “un parere” sul reingresso dei lavoratori all’interno delle cooperative consorziate.

Come se per decidere sul reingresso di un dipendente occorra avere un indice di gradimento da operai anche estranei al rapporto di lavoro.

Occorre precisare inoltre come il tam tam non ufficiale dei giorni scorsi, per cui si parla di trasferimento dei lavoratori non ancora reintegrati in altra sede aziendale fuori dall’Ikea per presunta incompatibilità ambientale sia una mera lesione dei diritti dei lavoratori che senza alcun motivo apparente non vengono riassegnati alle proprie mansioni lavorative all’interno dell’azienda.

Un’ultima osservazione va inoltre rivolta ai controlli resi sulle buste paga, che a parere delle cooperative coinvolte non presentano anomalie nonostante in relazione alle tipologie di contratti siano del tutto inesatte con differenze retributive evidenti.

Il sindacato e i lavoratori, su tutti questi aspetti si stanno già attivando per chiarire a livello giudiziale le reciproche posizioni.

Attendiamo quindi l’incontro di lunedì 7 gennaio, convocato nel Comune di Piacenza, con tutte le parti coinvolte, sperando che una volta per tutte arrivino risposte pertinenti in primis dalle Istituzioni.