AGGIORNAMENTO ore 13 – Si è conclusa l’assemblea dei lavoratori di Atlantis. Dopo aver ascoltato le proposte dell’azienda, riportate dai sindacalisti, i dipendenti dello stabilimento di Sariano di Gropparello hanno deciso, in modo compatto, di continuare a chiedere garanzie. Si tratta degli ammortizzatori sociali, che almeno potrebbero dare copertura per qualche tempo a coloro che rimarranno senza lavoro o dovranno spostarsi in altri stabilimenti. Gli interlocutori per questa richiesta, ora sono la Provincia e la Regione, in vista del prossimo incontro, non ancora fissato, al ministero dello Sviluppo economico.
“E’ ora che l’azienda rispetti ciò che è stato sottoscritto al ministero garantendo la cassa integrazione per riorganizzazione, chiudendo altre procedure che l’azienda sta portando avanti impropriamente” spiega Floriano Zorzella della Cgil. “Una volta che l’azienda si sarà impegnata ufficialmente a perseguire la strada della cassa integrazione, si potrà instaurare un dibattito più sereno. Fin da subito ci attiveremo per organizzare un tavolo, vedremo poi se sarà in Provincia o in Regione, per arrivare al più presto al Ministero con elementi di certezza che ad oggi l’azienda ancora non ci ha dato”.
Da oggi riprenderanno quindi i presidi di fronte all’azienda: “Ormai l’azienda chiuderà – spiega Zorzella – i presidi servono per continuare a chiedere alla dirigenza di prestare attenzione all’aspetto sociale della vicenda anche una volta che l’azienda chiuderà i battenti. Ma finora l’azienda questa attenzione ha dimostrato di non averla”.
NOTIZIA ore 10 – Sarà l’occasione per fare il punto sulla situazione – e sulle proposte avanzate nella riunione fiume in Confindustria – ma soprattutto per sentire la voce dei diretti interessati: i lavoratori Atlantis. La riunione al Comune di Carpaneto, a partire dalle 10 di questa mattina, vedrà la loro presenza e dei sindacati, nonché del sindaco di Gropparello Claudio Ghittoni, il quale porterà in evidenza, come già fatto nei giorni scorsi, tutte le ricadute negative che la chiusura dello stabilimento (fissata per il 31 gennaio) porterà al paese.
A rischio le scuole e le case che rimarranno sfitte. “Se la gente va a lavorare ad Avigliana, portano via i bambini ed è un disastro anche per la scuola. Siamo un paese piccolo, bastano 3-4 bambini in meno e rischiamo di dover tenere chiuse le scuole”, aveva paventato, con preoccupazione, il sindaco Ghittoni, precisando che “qui il reddito medio è già di 19mila euro, a fronte di una media di 25mila provinciale”.
Ora, poco prima dell’incontro, gli ha fatto eco Mara Bertocchi dell’Rsu di Atlantis, aggiungendo che “sono 180 famiglie con problemi economici, che spenderanno meno e potrebbero lasciare sfitte le case. Sono molti gli extracomunitari”.