I piacentini non credono alle profezie sulla fine del mondo. Le considerano una bufala o quantomeno un’indicazione mal interpretata. Ciononostante qualche pensiero, seppur di sfuggita, sulla possibile fine, ha affollato almeno una volta le menti di tutti, tant’è che molti degli intervistati paiono avere le idee chiare su come vorrebbero passare gli ultimi momenti in attesa della inevitabile catastrofe. Scopriamo dunque, al di là dell’età anagrafica, tre filoni di pensiero molto distinti, ma costanti.
C’è chi dedicherebbe volentieri il tempo a disposizione con la famiglia, senza cambiare le proprie abitudini. Chi, al lato opposto, si butterebbe in imprese sfrenate, soprattutto dal punto di vista sessuale, senza disdegnare l’abuso di alcol, oppure utilizzerebbe il denaro a disposizione per una vacanza di gran lusso.
Ma emerge anche un atteggiamento meno materialista, più riflessivo e spirituale, che vede contrapporsi laici e religiosi. Una persona anziana ci confida che a una certa età il pensiero della morte è sempre in agguato ed è qualcosa con cui far sempre i conti perchè parte della natura e dell’uomo. Per chi, invece, come il nostro ultimo intervistato, crede che la fine del mondo possa arrivare solo per un atto di volontà divina, tutto è improntato alla ricerca della salvezza, alla paura per l’imminenza del giudizio universale e alla consapevolezza che l’unico modo per accedere al paradiso sia compiere opere buone fino alla fine.