Un conto è parlarne, un conto è vederle: sono davvero enormi. Parliamo delle sei megastrutture da oltre 3mila tonnellate l’una che serviranno a raddrizzare e quindi rimuovere il relitto della nave da crociera Costa Concordia (300 metri e 114mila tonnellate) arenato a pochi metri dalla spiaggia dell’isola del Giglio, nell’arcipelago toscano. La loro costruzione – progettata dagli americani della Titan Salvage insieme con gli italiani della Micoperi di Ravenna – è in fase di ultimazione proprio in questi giorni e tra le imprese che hanno partecipato ai lavori di realizzazione – come avevamo anticipato noi di Piacenza24 – c’è anche la piacentina Cima spa, azienda meccanica con sede nella zona industriale della Caorsana.
Strutture mastodontiche, dunque, che saranno posizionate in fondo al mare e serviranno a rimettere in assetto la nave, ora piegata su un fianco. Dopodiché verranno tagliate e distrutte. Il tutto per la “modica” cifra di 300 milioni di dollari. Tanto è costata la manovra dell’ormai famigerato comandante Francesco Schettino, senza considerare naturalmente il costo ben più drammatico in termini di vite umane: almeno 16.