Sciopero di 8 ore oggi per i dipendenti della Sanità privata. I perché della protesta sono stati illustrati da Gaetano Bonetti, segretario organizzativo Fp-Cgil: “I lavoratori della sanità, privata o pubblica, devono garantire i livelli minimi di servizio. E oggi con i tagli alle strutture accreditate gli organici sono, se non al minimo, poco al di sopra”. Tra le iniziative messe in campo oggi in città e provincia, la distribuzione di una “Lettera aperta ai pazienti e ai loro familiari” in cui si legge come “le associazioni datoriali stanno approfittando della grave crisi economica per proporre contratti lavorativi altamente peggiorativi”. La Fp Cgil parla di una contrazione dei diritti e di aspetti come “demansionamenti e dequalifiche che guadagnano il centro del contratto rispetto alla qualità del lavoro in un settore-chiave come quello della sanità privata”.
“Il riferimento concreto riguarda la disdetta del contratto collettivo nazionale della sanità privata per le Rsa aderenti Aiop e la firma di un nuovo contratto peggiorativo (marzo 2012) grazie alla complicità di alcuni cosiddetti sindacati “gialli” non rappresentativi. O ancora, la sottoscrizione di un nuovo contratto nazionale per le Rsa e per i Centri di riabilitazione tra l’Associazione Aris e le organizzazioni sindacali Cisl-Fp, Uil-Fp e Ugl che prevede l’aumento degli orari di lavoro a costo zero e una riduzione salariale per i nuovi assunti: in pratica tutti i lavoratori sono tenuti a regalare all’azienda quasi una mensilità all’anno. Nessuno di questi accordi è stato sottoposto al vaglio dei lavoratori da parte dei firmatari; lo ha fatto però la Fp-Cgil per il contratto Aris, con il risultato di un giudizio negativo della maggior parte degli addetti” è stato spiegato ieri. “C’è qualcosa di infinitamente importante da difendere – ha concluso la Fp Cgil ieri – la tutela della salute come oggi la conosciamo: universale e ad accesso pubblico”.
Dal canto suo la Cisl, pur riconoscendo le problematiche che attanagliano il settore della sanità privata, non concorda con la scelta dello sciopero. A farsi portavoce è Alberto Canepari: “I problemi ci sono, ma lo sciopero cozza con le criticità del comparto. Si lamenta il mancato adeguamento del contratto nazionale del lavoro alle esigenze odierne, e la risposta non può essere una perdita dello stipendio giornaliero. Lo sciopero, negli ultimi anni, ha inciso ben poco e l’unico effetto che può avere è di incidere negativamente sulle buste paga. Con Aiop è in corso una vertenza ala quale aderiscono Cgil, Cisl e Uil e noi preferiamo restare al tavolo di contrattazione”.