Il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro, la difesa dell’occupazione e della qualità dei servizi a tutela della salute dei cittadini, contro i tagli alla sanità: sono le motivazioni dello sciopero nazionale dei lavoratori della sanità privata proclamato dal sindacato Fp-Cgil per l’intera giornata di mercoledì 12 dicembre (nell’ambito di un pacchetto di 16 ore). In Emilia Romagna la sanità privata occupa circa 6.000 lavoratori e lavoratrici in una quarantina di strutture accreditate (case di cura, centri di riabilitazione, presidi ospedalieri) che integrano l’offerta sanitaria del Servizio nazionale. In queste strutture si applicano i contratti nazionali delle associazioni datoriali Aris e Aiop, che però sono bloccati da ormai 5-7 anni. Domani a Piacenza i dipendenti della Sanità pubblica hanno indetto uno sciopero di 8 ore.
IL COMUNICATO DELLA CGIL
Una trattativa che può esser vista come paradigmatica dei rapporti industriali in Italia esistenti oggi. Stiamo parlando del contratto della sanità privata. Scaduto nel 2007, domani al centro dello sciopero nazionale indetto della Fp-Cgil e che riguarderà anche le lavoratrici e i lavoratori delle strutture della sanità privata accreditate a Piacenza: clinica Sant’Antonino, casa di Cura privata Piacenza e la San Giacomo di Pontedellolio.
In Emilia Romagna la sanità privata occupa circa 6.000 lavoratori e lavoratrici in una quarantina di strutture accreditate (case di cura, centri di riabilitazione, presidi ospedalieri) che integrano l’offerta sanitaria del Servizio nazionale. In queste strutture si applicano i contratti nazionali delle associazioni datoriali Aris e Aiop, che però sono bloccati da ormai 5-7 anni, mentre le condizioni di lavoro e di reddito degli addetti peggiorano.
I perché della protesta di 8 ore sono stati illustrati a Piacenza nel corso di una conferenza stampa presso la Camera del Lavoro alla quale hanno partecipato Gaetano Bonetti (segr. organizzativo Fp-Cgil), Melissa Toscani, Stefania Pisaroni e Alessandra Conti che hanno invitato a puntare l’attenzione sui contenuti della mobilitazione più che sui numeri che potrà far registrare.
“I lavoratori della sanità, privata o pubblica, devono garantire i livelli minimi di servizio. E oggi – hanno sottolineato – con i tagli alle strutture accreditate gli organici sono, se non al minimo, poco al di sopra”. Tra le iniziative che verranno messe in campo domani in città e provincia, la distribuzione di una “Lettera aperta ai pazienti e ai loro familiari” (in allegato) in cui si legge come “le associazioni datoriali stanno approfittando della grave crisi economica per proporre contratti lavorativi altamente peggiorativi”. La Fp Cgil parla di una contrazione dei diritti e di aspetti come “demansionamenti e dequalifiche che guadagnano il centro del contratto rispetto alla qualità del lavoro in un settore-chiave come quello della sanità privata”.
“Il riferimento concreto riguarda la disdetta del contratto collettivo nazionale della sanità privata per le Rsa aderenti Aiop e la firma di un nuovo contratto peggiorativo (marzo 2012) grazie alla complicità di alcuni cosiddetti sindacati “gialli” non rappresentativi. O ancora, la sottoscrizione di un nuovo contratto nazionale per le Rsa e per i Centri di riabilitazione tra l’Associazione Aris e le organizzazioni sindacali Cisl-Fp, Uil-Fp e Ugl che prevede l’aumento degli orari di lavoro a costo zero e una riduzione salariale per i nuovi assunti: in pratica tutti i lavoratori sono tenuti a regalare all’azienda quasi una mensilità all’anno. Nessuno di questi accordi è stato sottoposto al vaglio dei lavoratori da parte dei firmatari; lo ha fatto però la Fp-Cgil per il contratto Aris, con il risultato di un giudizio negativo della maggior parte degli addetti” è stato spiegato ieri.
“C’è qualcosa di infinitamente importante da difendere – ha concluso la Fp Cgil ieri – la tutela della salute come oggi la conosciamo: universale e ad accesso pubblico”.