Calcioscommesse: “L’attività si era ampliata con Gervasoni al Piacenza”

Si stringe il cerchio intorno a mister X, il personaggio che affermava di avere rapporti con i vertici delle società di calcio e di essere in grado, grazie alla sua rete di contatti, di influire sui risultati delle partite. Nell’ambito dell’inchiesta di Cremona sul calcio scommesse, gli inquirenti hanno un’idea di chi sia e su come si muoveva: conosceva dirigenti, allenatori e amministratori di Serie A, acquisiva da loro informazioni sugli incontri combinati e le vendeva agli ‘zingari’. Durante l’interrogatorio fiume di ieri, lungo quasi sette ore, dal primo pomeriggio fino alle otto di sera, stavolta davanti al procuratore di Cremona Roberto di Martino c’era Almir Gegic, il primo a parlare di mister X. Sono state mostrate alcune fotografie, ma l’ex giocatore che ha chiuso la sua carriera in Svizzera, nel Chiasso, non è stato in grado di riconoscere il nuovo personaggio entrato prepotentemente nell’inchiesta.
“Assomiglia a questo, ma non è lui”, ha detto il serbo con passaporto slovacco che si è costituito il 26 novembre scorso, dopo un anno e mezzo di latitanza. Non è escluso che i mister X siano due. Gegic ha ribadito di non essere il capo degli ‘zingari’ e sostenuto che il vero leader dell’organizzazione è il latitante Hristiyan Ilievski. Chiamato in causa per una quarantina di partite sospette, Gegic ha spiegato che i giocatori con i quali ha avuto contatti per gli accordi sulle partite sono stati Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio, i ‘pentiti’ dell’inchiesta, Joelson quando giocava nel Grosseto, il portiere del Piacenza, Mario Cassano e Pellicori del Mantova. Ha raccontato che “questa attività si è ampliata quando Gervasoni è passato prima alla Cremonese e poi al Piacenza, e Carobbio al Siena”. Di Marco Paoloni, l’ex portiere grigiorosso passato al Benevento, ha detto di aver saputo che il calciatore era “ammalato per il gioco d’azzardo, non solo nel calcio, ma in tutti gli sport”. 

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