Referendum, Trespidi scrive a Napolitano: data “impossibile”

Una lettera al Presidente della Repubblica per spiegare quanto sia sbagliata la scelta del Consiglio dei ministri in merito alla data del referendum per l’eventuale passaggio in Lombardia. Una lettera dettagliata spedita dal presidente della Provincia di Piacenza Massimo Trespidi che individua, in sintesi, tre punti critici.

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Il primo punto è di ordine politico e procedurale in quanto il decreto di riordino non è ancora stato convertito in legge dal Parlamento e sarebbe quantomeno inopportuno, dice Trespidi fissare una data prima della conversione.

Il secondo motivo riguarda la possibile crisi di Governo dopo le dichiarazioni di Monti e la possibilità, quindi, che proprio in quella data si sia nel pieno di una campagna elettorale se non addirittura nel pieno delle elezioni anticipate.

Il terzo motivo riguarda la questione economica: «Allo stato attuale – spiega Trespidi – non siamo in grado di garantire la copertura economica del referendum visto che, peraltro, il bilancio di previsione per il 2013 deve ancora essere approvato. Stiamo ancora attendendo di sapere dal Governo i tagli annunciati dopo l’estate ma non ancora quantificati. Ricordo che abbiamo saputo solo all’inizio di novembre il taglio di applicare sul bilancio 2012. Morale, non siamo riusciti ad approvare il bilancio entro quest’anno, e per tutti è la stessa cosa. Impossibilità riconosciuta anche dal Governo che a prorogato i termini di approvazione a maggio. Da gennaio dunque lavoreremo senza un bilancio approvato ma con la gestione in dodicesimi del bilancio 2012 in cui il referendum non era chiaramente inserito». E si parla di una somma di 500mila euro che potrebbe essere finanziata con l’avanzo di amministrazione, spiega il presidente, che però può essere utilizzato solo una volta approvato il consuntivo 2012; e la scadenza per legge è il 30 aprile 2013.

Tutto questo per dire che la data individuata dal consiglio dei ministri, oltre ad essere inopportuna, è tecnicamente insostenibile a livello organizzativo.

E sul nuovo quadro politico dopo le dimissioni di Monti, compreso il futuro delle province da accorpare come quella piacentina, abbiamo chiesto un commento a Massimo Trespidi che, di fatto, rimanda tutto alla fine di questa settimana: «Dipende tutto dalla conversione in legge o meno del decreto sul riordino. E si deciderà a giorni».